Contemporary Art | Milan
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IN CONTINUUM, COMPENETRAZIONI/TRASLATI 87 (IV)
Lot Closed
November 27, 03:36 PM GMT
Estimate
120,000 - 180,000 EUR
Lot Details
Description
EMILIO VEDOVA
1919 - 2006
IN CONTINUUM, COMPENETRAZIONI/TRASLATI 87 (IV)
signed, titled, inscribed CICLO / CONTINUUM and dated 1987 on the reverse
paint on fabric laid on canvas
This work is registered in the Archivio Emilio Vedova, Venice, under the n. 1817 and it is accompanied by a photo-certificate signed by the Artist
(firmato, intitolato, iscritto CICLO / CONTINUUM e datato 1987 sul retro
pittura su tessuto su tela
Opera registrata presso l'Archivio Emilio Vedova, Venezia, con il n. 1817. L'opera è accompagnata dal certificato su fotografia firmato dall'artista)
cm 200x235,4x2,4; inches 78.74 by 92.67 by 0.94
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Una questione non marginale sollevata dal lavoro di Vedova riguarda dunque la pittura che ad un certo punto "deve rinunciare alla propria continuità e logica, spezzarsi e trasformarsi in materiali bruti e impuri", come rilevava Germano Celant. Un mutamento di condizione che in questo caso, s'intende bene, non significa un'abiura, ma una più complessa estensione. E' come se Vedova avesse avvertito la necessità di attraversare quella contaminazione che ha segnato una parte cospicua delle vicende artistiche della 'modernità' - fino a divenirne per molti aspetti un segno distintivo - e di coglierne il senso e le implicazioni, facendosene carico proprio come pittore. Voglio dire come pittore che non ha mai disdegnato di affondare le mani anche nelle viscere della vita, nei relitti e nelle materie infette del nostro quotidiano. Proprio in tal senso Vedova ha colto acutamente la trasformazione moderna del 'tragico', la sua caduta nella dimensione banale, lo svuotamento di ogni suo valore che non sia di pronto consumo. Ecco, la sua pittura, per quanto ricca di risonanze e direi quasi rivelatrice di cromosomi di una genealogia storica d'alto lignaggio - fin dai precocissimi disegni giovanili, com'è stato sempre sottolineato - si è caricata anche di questa fisicità grondante, di queste scorie integrate. (...) perchè per Vedova ogni incontro con la materie e tecniche comporta un calarcisi dentro, un sentirsene organicamente parte. Al punto da cogliervi corrispondenze tanto dirette che si potrebbero definiresimpatetiche. Ed è arduo individuare il confine tra conscio e inconscionegli slittamenti di spazio e di tempo, tra un 'qui e adesso' che sempre urge per Vedova, e il continuo, segreto rianimarsi e corrispondere di memorie in quella stessa materia che ne è appunto il deposito. Un materia fatta di luce, e dunque anche di ombra, di densità fisica e di virtualità allusiva, vivida e opaca, spettrale e magmatica. Compresenze, ancora una volta, di diversità, di contrari. Come il bianco e il nero,certo, in tutta la loro capacità di generare tensioni, contrasti, ma anche di richiamarsi come per reciproca necessità.