Contemporary Art | Milan
Contemporary Art | Milan
PROPERTY FROM AN IMPORTANT PRIVATE ITALIAN COLLECTION
Lot Closed
June 16, 02:23 PM GMT
Estimate
220,000 - 260,000 EUR
Lot Details
Description
PROPERTY FROM AN IMPORTANT PRIVATE ITALIAN COLLECTION
LEONCILLO
1915 - 1968
RACCONTO DI NOTTE II
semi-refractory terracotta, oxides, semi-glazed engobe and enamel (applied on wooden support)
Executed in 1963
This work is accompanied by a certificate issued by Enrico Mascelloni and it will be published in the forthcoming Catalogue Raisonné.
(terracotta semirefrattaria, ossidi, ingobbi semivetrificati e smalti (applicato su supporto di legno)
Eseguito nel 1963
L'opera è accompagnata da certificato rilasciato da Enrico Mascelloni e verrà inclusa nel Catalogo Ragionato di prossima pubblicazione.)
cm 85x208x18; inches 33.5 by 81.9 by 7.1
Framed: cm 88x241x20; inches 34.64 by 94.88 by 7.87
To view shipping calculator, please click here
Tudini Collection, Rome
Galleria Arco Farnese, Rome
Acquired from the above by the present owner
Umbro Apollonio, Leoncillo, in 'Quadrum n° 15', Brussels 1963, pp. 71, 73, illustrated (with the title Racconto di notte)
Galleria L'Attico, 15 opere di Leoncillo, Roma 1983, pp. 26, 267, 290, n. 101 illustrated
Galleria dello Scudo, Leoncillo - Materia radicale. Opere 1958-1968, Verona 2019, pp. 38, 150, p. 352, illustrated in colour
“I simply want to share something of myself. Like a drunkard at night who wants to tell you their story. Like a person in love who reveals more than they should. Like someone who has experienced great pain or loss and who, in bed in the dark at night, keeps repeating words aloud; words which, once uttered into the silence of the night, transform into an entirely different thing.”
Leoncillo
Racconto di notte II (Night tale II) is part of a vast cycle of wall bas-reliefs of monumental dimensions, all datable between 1961 and 1963 and variously titled: Racconto rosso of the same year in an important private collection in Verona, Diario and Racconto di notte I in the Sargentini Collection in Rome and Racconto bianco in the MAMBO Collection in Bologna. The large dimensions and the placement on the wall are anticipated by some bas-reliefs of more clotted matter, made between 1958 and 1959, the best known of which is the 1959 Pannello in the Magnani Rocca Collection which measures almost three meters. Through this series of parietal works, Leoncillo confronts with the issue of spatiality, the breakdown of volumes and the overcoming of matter but with a completely different modus operandi with respect to his totemic mutilations.
Racconto di notte II, mainly monochrome, is characterised by the strong material contrasts that trigger a continuous transition from glossy to opaque. This interaction is rendered by the coexistence of surfaces coated with a metallic enamel with a graphite-like quality and concretions covered by a thick semi-glazed engobing. If on one hand colour is absent, on the other light is a dominant active element, which illuminates and perfects the reliefs, creates shadows and reflections, flattens and enhances the surfaces, releasing all the strength and excitement of the material. In fact, as the artist himself explains: "All this is because I do not rely on 'an idea' of colour but on a fact of matter that has a colour."
The references to diaristic writing and to the night are recurring in many of Leoncillo's works. The title indicates a narrative development, although it is an absolutely intimate narration, which does not communicate through a finished story, thus determining a rather curious polarity: the narrative intent on one hand and the impossibility of re-establishing, in the work, an intelligible time and place on the other hand, as is typical of the most radical art of those years, from Fontana to Burri. There is nevertheless a rhythm, a cadence beaten by the cuts that alternate with the raw material.
For Marco Tonelli, that of Racconto di notte is “a story made of opposing smoothness and roughness, of earth spread in different and contrasting ways, because precisely in this resides the metaphor of the material in Leoncillo as a sort of other nature, artificial and no longer dependent on naturalistic effects ".
We kindly thank Enrico Mascelloni for the information he generously provided about this work.
“Io voglio dire semplicemente certe cose mie. Come gli ubriachi che, di notte, ti vogliono dire i loro fatti. Come chi è innamorato e racconta anche ciò che non dovrebbe. Come chi ha avuto un grande dolore, una gran perdita, che di notte, al buio, nel letto, ripete ancora certe parole a voce alta e poi le parole fuori di lui, nel silenzio della notte diventano ormai un’altra cosa”
Leoncillo
Racconto di notte II fa parte di un vasto ciclo di bassorilievi di dimensioni monumentali, tutti databili tra il 1961 e il 1963 e variamente titolati: Racconto rosso dello stesso anno in un'importante collezione privata a Verona, Diario e Racconto di notte I nella collezione Sargentini a Roma e Racconto bianco nella collezione del MAMBO a Bologna. Le grandi dimensioni e la collocazione a parete sono anticipate da alcuni bassorilievi di materia più raggrumata, realizzati tra il 1958 e il 1959, il più noto tra i quali è Pannello del 1959 nella collezione Magnani Rocca che misura quasi tre metri. Attraverso questa serie di opere parietali, Leoncillo affronta la questione della spazialità, della scomposizione dei volumi e del superamento della materia ma con un modus operandi del tutto diverso rispetto alle mutilazioni totemiche.
Racconto di notte II, prevalentemente monocroma, si caratterizza per i forti contrasti materici che innescano un continuo passaggio dal lucido all’opaco. Tale interazione è resa dalla convivenza di superfici rivestite di uno smalto metallico come fosse grafite e concrezioni ricoperte da uno spesso ingobbio semivetrificato. Se da una parte il colore è assente, dall’altra la luce è un elemento attivo dominante, che illumina e perfeziona i rilievi, crea ombre e riflessi, appiattisce ed esalta le superfici, sprigionando tutta la forza e la concitazione della materia. Infatti, come spiega l’artista stesso: “Tutto questo perché: non mi baso su ‘un’idea’ di colore ma su un fatto di materia che ha un colore.”
I riferimenti alla scrittura diaristica e alla notte sono ricorrenti in molte opere di Leoncillo ed attraversano la sua produzione come un fil rouge. Il titolo indica uno svolgimento narrativo, sebbene si tratti di una narrazione assolutamente intima, che non comunica attraverso un racconto compiuto, determinando così una curiosa polarità: tra l'intento appunto narrativo e l'azzeramento storico di ogni possibilità di ripristinare, nell'opera, un tempo e un luogo di racconto intellegibile, com'è tipico dell'arte più radicale di quegli anni, da Fontana a Burri.
C'è tuttavia un ritmo, una cadenza battuta dai tagli che si alternano alla materia cruda. Per Marco Tonelli, quella del Racconto di notte è “una storia fatta di contrapposte levigatezze e ruvidezze, di terra stesa in modi differenti e contrastanti, perché proprio in ciò risiede la metafora della materia in Leoncillo come sorta di altra natura, artificiale e non più dipendente da effetti naturalistici”.
Ringraziamo Enrico Mascelloni per le preziose informazioni che ha gentilmente fornito in merito a quest'opera.
Image: Ugo Mulas
Leoncillo at the XXXIV Venice Biennale, 1968
Photo Ugo Mulas ©️ Ugo Mulas Heirs. All rights reserved