Précieuses reliures du XVIe au XXe siècle de la collection d’un couple de bibliophiles

Précieuses reliures du XVIe au XXe siècle de la collection d’un couple de bibliophiles

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Boniface VIII

Liber Sextus... Venice, 1600. Rel. aux armes de Scipion Caffarelli Borghese exécutée par Soresini.

Lot Closed

November 17, 01:23 PM GMT

Estimate

2,000 - 3,000 EUR

Lot Details

Description

Boniface VIII


Liber sextus decretalium D. Bonifacii Papae VIII. Clementis Papae V. Constitutiones. Extravagantes tum viginti D. Joannis Papae XXII. tum communes […].

Venise, [Luc Antonio Giunta II ?], 1600.


3 parties en un fort volume in-8 (243 x 174 mm). Maroquin rouge, plats entièrement ornés d’un riche décor doré, armes poussées au centre des plats, bordure à compartiments ornée de pièces d’armes et de fers dorés (putti, étoiles, arabesques, volutes, etc.), dos à nerfs orné de fers dorés (pièces d’armes, lézards et cygnes), tranches dorées et ciselées (Reliure romaine de l’époque). Emboîtage moderne.

Larges mouillures, plus ou moins fortes, affectant l’ensemble de l’ouvrage. Titre et quelques feuillets brunis. Quelques éraflures sans gravité sur les plats. Charnières discrètement restaurées.


Riche reliure aux armes du cardinal Scipion Caffarelli Borghèse exécutée par l’atelier des Soresini.


Les titres sont chacun illustrés d’une vignette gravée sur bois représentant Grégoire XIII. Trois bois à pleine page dans le texte : Arbor seu figura declaratiua tituli de iure patronatus, Arbor consanguinitatis et Arbor affinitatis. Les arbres de consanguinité et d’affinité présentent l'ensemble théorique des membres de la parentèle cognatique d'un individu à l'intérieur duquel tout mariage est proscrit.


Précieux exemplaire relié à Rome par l'atelier des Soresini dont l'activité s'étendit de 1585 jusque vers 1635. Il a été fondé par Francesco, repris par son fils Prospero puis par son petit-fils Baldassare. C'est à ce dernier, actif de 1590 à 1634, que l'on peut très vraisemblablement attribuer la reliure. Les fers "à la salamandre" et "à la cariatide", ont été répertoriés par Vianini Tolomi dans son étude sur les reliures romaines baroques comme faisant partie du matériel de reliure des Soresini (V. Tolomei, Legatura Romana Barocca, 1565-1700, Rome 1991, p. 31-32, fers m et n). Une reliure semblable sur les décrétales de Grégoire IX (Decretales D. Gregorii Papae IX... Venise, 1600) est passée en vente à Londres le 25 juin 1997 (lot 103).


Dès son élection au trône de saint Pierre en 1605, sous le nom de Paul V, Camille Borghèse, créa cardinal son neveu Scipion Caffarelli Borghèse (1576-1633) et lui octroya le droit d’adjoindre à son patronyme celui de Borghèse et d’utiliser leurs armes. Collectionneur dans l’âme, amoureux des arts et mécène avisé, il fut le protecteur du Bernin. Il fit construire, en 1613, la villa Pinciana (devenue la villa Borghèse) où il réunit ses propres collections et celles de la famille Borghèse.


Pour une autre reliure de l'atelier des Soresini (voir lot 10).

Cardinal Scipion Caffarelli Borghèse (armes).

Sur l'atelier des Soresini, voir cette notice de la Biblioteca Civica Angelo Mai : "Iniziatore di questo atelier fu Francesco Soresini, associato con Giovanni Ferreiro, fu nominato legatore vaticano dopo la morte di Niccolò Franzese (verso il 1570): il suo nome compare due volte nel registro Camerale I, 1811 in cui è menzionato come "legatore di libri" il 12 agosto 1575 e "libraro" il 9 maggio 1576. Con questo artigiano, inizia l'attività di quella vera dinastia di legatori, i Soresini, i cui esponenti, lo stesso Francesco, Prospero ed infine il più noto Baldassarre, gestirono la legatoria Vaticana per almeno mezzo secolo fino alla prima metà del Seicento. Sia Francesco che Prospero lavorarono per la Basilica di S. Pietro durante il pontificato di Sisto V, fra il 1588 ed il 1593. Mentre i loro nomi ricorrono associati ai nomi dei papi da Gregorio XIII a Clemente VIII Aldobrandini (1591-1605), più tardi si affaccia, sotto il pontificato di Paolo V, il nome di Baldassarre Soresini, il nipote, che fra l'altro ricoprì anche le cariche più importanti nell'ambito della Corporazione dei Librari e dei legatori. Mirjam Foot segnala 18 legature opera di questo artigiano su libri stampati tra il 1602 ed il 1619, la maggior parte dei quali è stata rilegata nelle prime tre decadi del XVII secolo cui Piccarda Quilici aggiunge almeno 13 esemplari eseguiti per la Depositeria vaticana: stando a quanto si legge sui mandati di pagamento di questi libri, l'attività si sarebbe prolungata fino almeno al 1634, sotto il Pontificato di Urbano VIII. Si tratterebbe per il solo Baldassarre di oltre un quarantennio di attività: pare abbia iniziato a lavorare verso il 1590. L'attività dei Soresini si prolunga per diversi pontificati e matura con il variare dei committenti ed in un così lungo arco di tempo, una sua particolare evoluzione. Dopo Sisto V, l'”atelier” ha eseguito diverse legature per Clemente VIII: tra quelle di presentazione in cui si nota una spiccata tendenza ad una maggiore ricchezza decorativa: conformemente al gusto "à la fanfare", i piatti sono interamente ricoperti con una fitta decorazione uniformemente dorata che spicca sul marocchino rosso acceso. La cornice, molto sottile ed interrotta in lunghi segmenti per conferirle maggiore leggerezza, ha la sola funzione di profilare il bordo dei piatti, mentre il campo centrale, racchiuso in testa ed al piede da archi a volta, motivo prediletto delle legature romane del tempo, è diviso in compartimenti provvisti di una miriade di ferri, spirali, foglie, squame, angioletti che si snodano intorno allo stemma pontificio.

Questa bottega ha dato il meglio di sé nel periodo in cui ha lavorato, nella legatoria vaticana, per la famiglia Borghese, nelle legature destinate a Paolo V (1605-1621): tenta di rinnovarsi ricorrendo ad una composizione più aggraziata: la cornice ed il centro sono nettamente separati tra loro e si accordano in armonia: rispetto alle legature eseguite per Clemente VIII, la cornice assume una maggiore importanza e diventa una larga bordura a decorazioni figurate, in cui i ferri non sono organizzati in gruppi ben separati agli angoli o al centro dei lati, ma si susseguono lungo l'intera cornice, liberi o incastonati entro degli spazi, alternandosi ai tratti vuoti. Fra i ferri, sempre molto variati, oltre alla c.d. 'gamma egizia' (sfingi, erme, cariatidi, baldacchini di protezione) si manifestano altre simbologie ispirate al mondo classico: tipico è il ferro con due cornucopie intrecciate che rappresentano la carità cristiana, poi tritoni che suonano (ancora impressi su legature del XVIII secolo), come pure le sottili spirali che terminano con teste di animali affrontate come i delfini: i suoi ferri sono di un'insuperabile perfezione, sia per la bellezza del disegno che per l'accuratezza dell'incisione. Contrariamente all'uso vigente che destinava le legature di lusso ai libri 'ufficiali' o di presentazione, e quelle più semplici alla biblioteca privata del papa, nelle raccolte di Paolo V, non vi è alcuna differenza tra le une e le altre." (en ligne : http://legacy.bibliotecamai.org/cataloghi_inventari/legature_storiche/manoscritti/MM_0391.html ).