LUCIO FONTANA | CONCETTO SPAZIALE

The Artist

Private Collection, Varigotti

Thence by descent to the present owner (Ivi acquisito dall'attuale proprietario)

Enrico Crispolti, Lucio Fontana. Catalogue raisonné des peintures, sculptures et environnements spatiaux, vol. II, Brussels 1974, p. 41, n. 56 P 41, illustrated horizontally

Enrico Crispolti, Lucio Fontana. Catalogo ragionato di sculture, dipinti, ambientazioni, vol. I, Milan 1986, p. 148, n. 56 P 41, illustrated horizontally

Enrico Crispolti, Lucio Fontana. Catalogo ragionato di sculture, dipinti, ambientazioni, Tomo I, Milan 2006, p. 288, n. 56 P 41, illustrated horizontally

Never as in the Baroque cycle had Lucio Fontana given life to his fantasy, understood etymologically as a manifestation (ϕαίνω) of shapes and colours "according to the curving conformations of cosmic hints", as Crispolti defined them. The movement is free, close to Informal, but endowed with an "intimate luminous vitalism", sometimes the results were conspicuously symbolic forms (in 1955-56), others with more dynamic and informal outcomes (1957).

In the mid-50s, while Soulages and Riopelle envisaged the Informal Post-War European movement, Fontana’s ‘Tachism’ collected the stimuli by executing works in which the interpretation of light became the main compositional factor, rather than just the production and implemention of the colour mixture.

The meeting of this light, understood as interminable metaphysical tension (the neon in Milan’s Triennale was executed in 1951), with the informal influence, materialises through the coexistence of a thick and free brushstroke with the application of glass or stones that enrich the composition. The pieces of glass are spatial particles that float on the surface, creating agglomerations and imaginary lines as if to draw a milky way in skies dyed by northern lights or imaginative sunsets. "The decorative and fantastic force that passes from the bright environments to the canvases is active in Fontana" (E. Crispolti, Baroque metaphors, 2003, p. 80). The colour and the stones are also accentuated by holes, scattered on the canvas with their own compositional order, discreet but essential to the final composition because they signify the breakthrough in(to) space.

It is true that none of these elements – the mixture of colours, glass and holes – is separate from another, each being indispensable in the creation of the Baroque stage that opens up to the spectator.

Unlike the Tachism of the Alps, where the informal was decoded in an introspective key, Fontana's gift was that of being able, in perhaps the most pictorial phase of his entire artistic evolution, to lend maximum communicative vitality to writing the informal, to combining multiple degrees of intervention and to renewing their gesture in a personal key.

Mai come nel ciclo dei Barocchi, Lucio Fontana ha dato vita alla proprio fantasia, intesa etimologicamente come manifestazione (ϕαίνω) di forme e colori “secondo conformazioni curveggianti di accenno cosmico”, come le definisce Crispolti. Il movimento e’ libero, si’ vicino all’informale, ma dotato di un “proprio intimo vitalismo luminoso”, sempre per citare Crispolti, talvolta con esiti dalle forme piu’ ammicatamente simboliche (nel 1955-56), altre con esiti maggiormente dinamici ed informali (1957).

Alla meta’ degli anni Cinquanta, mentre Soulages e Riopelle davano vita all’informale europeo del dopoguerra, il tachisme fontaniano raccolse quegli stimoli passando attraverso l’interpretazione della luce come principale fattore compositivo, piuttosto che attraverso la sola scrittura dell’impasto di colore.

L’incontro di questa luce, intesa come mai sopita tensione metafisica (il neon della Triennale e’ del 1951), con l’influenza informale, si materializza attraverso la compresenza di una pennellata “libera” e grumosa, insieme all’applicazione di vetri o pietre che ne arricchiscono la composizione. I vetri sono come particelle spaziali che fluttuano sulla superficie, creando agglomerati e linee immaginarie come a disegnare una via lattea in cieli tinti da aurore boreali o fantasiosi tramonti.

“Risulta attiva in Fontana la forza decorativa e fantastica che trapassa dagli ambienti luminosi alle tele” (E. Crispolti, Metafore barocche, 2003, p. 80).

Al colore e alle pietre si uniscono anche i buchi, disseminati sulla tela con un proprio ordine compositivo, discreti ma essenziali alla composizione finale perche’ interpreti dello sfondamento nello spazio.

Vero e’ che nessuno di questi elementi – impasto di colori, vetri e buchi- prescinde dagli altri, essendo tutti indispensabili alla creazione del palcoscenico barocco che si apre agli occhi dello spettatore.

A differenza del tachisme d’oltralpe, dove l’informale viene decodificato in chiave introspettiva, il dono di Fontana e’ quello di essere riuscito, nella fase forse maggiormente pittorica di tutta la sua evoluzione artistica, a dare la massima vitalita’ comunicativa alla scrittura informale, coniugando piu’ gradi di intervento e rinnovandone il gesto in chiave del tutto personale. 

Image:

Ugo Mulas

Lucio Fontana, 1964 - 1966, Milan

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