Lot 15
  • 15

LEONCILLO | San Sebastiano bianco

Estimate
250,000 - 350,000 EUR
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Description

  • San Sebastiano bianco
  • firmato con caché
  • ceramica, smalto e ingobbiatura
  • cm 115x67,5x41,3
  • Eseguito nel 1962

Provenance

Collezione Martinelli, Roma
Galleria dello Scudo, Verona
Ivi acquistato dall'attuale proprietario nel 2009

Exhibited

Londra, Estorick Collection of Modern Italian Art, Terra Incognita: Italy's Ceramic Revival, 2009, pp. 18-19, illustrato a colori

Literature

Claudio Spadoni, Leoncillo, Roma 1983, p. 271, n. 107, illustrato
Giuseppe Appella, Vittorio Rubiu, Fabio Sargentini, Leoncillo, Roma 2002, p. 72, n. 51, illustrato
The Hockemeyer Collection. 20th Century Italian Ceramic Art, Monaco di Baviera 2009, pp. 110-111, illustrato a colori

Catalogue Note

"E' 'un bianco petto trafitto'. (...) La creta improntata dalla mano lo agita dolcemente in superficie come il vento fa col grano. E' un dolce petto umano con il cuore che batte sommesso in mezzo una frana. Non una realtà nei suoi profili, nei suoi colori, ma aggiungendo la creta e scavandola, muovendo il suo strato nel vuoto dove cresce, si sente di fare 'nudo' o 'ulivo' o 'roccia'.
Leoncillo in Piccolo Diario, 1969, pp. 81-93
"It is a 'white wounded breast'. (...) The handprints in the clay create a sweetly animated surface like the wind over a wheat field. It is a sweet human breast with a heart, which beats submissively within a furrow. It does not become reality through its outlines or its colours, but by adding and removing clay, by moving a layer in the void where it grows, it desires to become a 'nude' or an 'olive tree' or a 'rock'."



Nell'opera di Leoncillo, la materia stessa svolge un ruolo attivo, è al tempo stesso sua alleata e nemica poiché l'enfasi non sta nell'idea primordiale, ma nell'atto di creazione che unisce il gesto e la materia in un tutt'uno.
San Sebastiano bianco del 1962 rappresenta un'opera culminante nell'approccio maturo e singolare di Leoncillo verso la lavorazione della materia. Successivo ad acclamate esposizioni e una mostra personale alla XXX Biennale di Venezia del 1969 che non solo consolidano la fama dell'artista, San Sebastiano bianco appartiene a un nuovo periodo della vita di Leoncillo caratterizzato da una fase di intensa creatività che si è conclusa bruscamente soltanto con la morte prematura dell’artista nel 1968, all'età di cinquantatre anni. San Sebastiano bianco appartiene a un ciclo di opere che riesaminano temi del passato che l'artista aveva già esplorato tra la fine degli anni Trenta e Quaranta, tra cui San Sebastiano, Madre Romana, Amanti Antichi in uno stile figurativo espressionistico, spesso in ceramica policroma smaltata e reminiscenti delle opere dello scultore rinascimentale Luca della Robbia, attraverso un nuovo approccio informale. Questa versione di San Sebastiano bianco del 1962 è priva di allusioni figurative e fa da specchio alle emozioni di Leoncillo, esplorate attraverso la sua lavorazione fisica della materia. Uno dei primi esempi di San Sebastiano bianco risale al 1960, mentre quest'opera è simile a una versione del 1962, oggi nella collezione della Galleria Nazionale di Roma.

 

In Leoncillo's work the material itself plays an active role, it is his ally and enemy at the time as the emphasis lies not in the primordial idea but in the act of creation that unites the gesture and the material into one.
San Sebastiano bianco of 1962 offers us a highlight of Leoncillo’s mature and singular approach towards working the material. Following acclaimed solo shows and a one-man exhibition at the XXX Venice Biennale in 1969 that not only consolidated the artist’s fame, San Sebastiano bianco belongs to new period in Leoncillo’s life marked by a phase of intense creativity which came to an abrupt end only when the artist died untimely at the age of fifty-three in 1968. San Sebastiano bianco belongs to a cycle of works that re-examine past subjects he had already explored in the late 30s and 40s, including San Sebastiano, Madre Romana, Amanti Antichi in an expressionistic figurative style, often polychrome glazed and reminiscent of the works of the Renaissance sculptor Luca della Robbia, through a new, informal approach. This version of San Sebastiano bianco of 1962 is devoid of figurative allusions and acts as a mirror of Leoncillo’s own emotions, explored through his physical working of matter. One of the first examples of San Sebastiano bianco is from 1960, while this work is similar to a version of 1962, today in the collection of the National Gallery in Rome.



Opera registrata presso la GAM-Archivio Leoncillo, Bologna, con il n.1962/0219/CMCH02/ASI. 
L'opera è accompagnata da certificato su fotografia rilasciato da Enrico Mascelloni e sarà inclusa nel Catalogo Ragionato di prossima pubblicazione.