- 4
Lucio Fontana
Estimate
350,000 - 450,000 EUR
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bidding is closed
Description
- Lucio Fontana
- Concetto Spaziale
- firmato
- olio, squarci e graffiti su tela, oro
- cm 55x46
- Eseguito nel 1963-64
Provenance
Collezione privata, Torino (acquistato dall'artista)
Asta Sotheby's Londra, 7 febbraio 2001, lotto 28
Xavier Hufkens, Belgio
Two For Art, Luxembourg
Ivi acquistato dall'attuale proprietario
Asta Sotheby's Londra, 7 febbraio 2001, lotto 28
Xavier Hufkens, Belgio
Two For Art, Luxembourg
Ivi acquistato dall'attuale proprietario
Literature
Enrico Crispolti, Lucio Fontana Catalogo ragionato di sculture, dipinti, ambientazioni, Tomo II, Milano 2006, p. 674, n. 63-64 O 16, illustrato
Condition
The professional condition report is available on request from the department.
"In response to your inquiry, we are pleased to provide you with a general report of the condition of the property described above. Since we are not professional conservators or restorers, we urge you to consult with a restorer or conservator of your choice who will be better able to provide a detailed, professional report. Prospective buyers should inspect each lot to satisfy themselves as to condition and must understand that any statement made by Sotheby's is merely a subjective, qualified opinion. Prospective buyers should also refer to any Important Notices regarding this sale, which are printed in the Sale Catalogue.
NOTWITHSTANDING THIS REPORT OR ANY DISCUSSIONS CONCERNING A LOT, ALL LOTS ARE OFFERED AND SOLD AS IS" IN ACCORDANCE WITH THE CONDITIONS OF BUSINESS PRINTED IN THE SALE CATALOGUE."
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Catalogue Note
“L’oro fenomenico, colore della materia, ’goccia di luce’ emanante riflessi, si ricollega all’elevazione spirituale. Tutte le immagini dorate emanano un’aura di magia e di trascendenza […] In questo senso può essere letto l’oro delle sculture di Fontana, che accentuando i valori baluginanti della superficie, rende percepibile l’indeterminatezza dello spazio esistenziale e sottrae alla materia il suo volume e il suo peso.”
Rossella Siligato, Simbolismo e scienza nella luce di Fontana, Milano 1998
“That phenomenal gold, the colour of the material, a drop of reflective light, makes a connection to a higher spiritual plane. Every work which is golden in colour radiates a magical and transcendental aura […] This is how we ought to read the gold of Fontana’s sculptures. Accentuating the glimmering values of the surface, it renders perceptible the immeasurability of the existential space and takes the volume and the weight of the material out from underneath it.”
Pochi anni dopo la realizzazione di quest’opera, Lucio Fontana dichiarava, durante un’intervista con Giorgio Bocca: “Sono riuscito con questa formula a dare a chi guarda il quadro un’impressione di calma spaziale, di rigore cosmico, di serenità nell’infinito” (Incontro con Lucio Fontana, Il vincitore di Venezia in "Il Giorno", 6 luglio 1966).
Calma, rigore e serenità. E di nuovo, spazio, cosmo e infinito. Ricorrenti nella lirica fontaniana, questi concetti sono come pilastri, che permettono all’artista non solo di plasmare le proprie opere, ma anche di comunicare una serie di valori di natura artistica ed esistenziale, in un’estetica sempre rinnovata e mai monotona.
Un gesto, quello di Fontana, talmente vigoroso da affondare la tela, squarciarla. Un’azione che, però, non porta con sé la mera violenza negativa di una ferita, ma una complessità tutta spaziale ed evocativa di un mondo che non si ferma alla superficie del supporto fisico. Un segno potente e del tutto innovatore, ricco di significati che l’artista ha saputo rendere portatore di una rivoluzione pittorica. Egli ha fatto di un semplice gesto un modo di scavare l’infinito, andando oltre quello che sembra un semplice confine materico. Enrico Crispolti ha definito più volte Lucio Fontana come “protagonista anticipatore” e non si può che essere più d’accordo: un’esplosione di nuove idee e prospettive, ma con un ritmo pacato e tranquillo, un’originalità energica, ma mai prepotente. Una calma che indaga una profondità spaziale, rivoluzionaria rispetto a quella largamente teorizzata dai suoi predecessori. Allo strappo della tela, dunque, sembra corrispondere una rottura della tradizione uguale e contraria.
Non solo calma spaziale, ma anche rigore cosmico. L’operato di Fontana si è contraddistinto, in tutto l’arco della sua vita, per una grande dedizione al lavoro. Un’attività scrupolosa che ha permesso all’artista di comunicare tramite la sua arte gli ideali emblematici della sua persona. Questo rigore si riflette prima di ogni cosa nei suoi lavori, sovente rappresentati da tele monocrome, dove il senso del cosmo si percepisce in tutta la sua forza nello squarcio. Una reiterazione di gesti che, come un pendolo, colpisce volta per volta ognuno dei suoi lavori, in un movimento oscillatorio che ha inizio con l’azione del taglio e che si conclude con l’avvento di una dimensione cosmico-spaziale. Fontana ha così unito due poli - calma e rigore - all’apparenza inconciliabili, regalandoci un’arte densa di significato e di attesa, vigile, verso il futuro.
Infine, serenità nell’infinito: una sensazione che nei suoi quadri, sculture e ambienti non manca mai e che viene accentuata da colori sofisticati, come l’oro, colore caro alla storia dell’arte fin dal principio. “L’oro fenomenico, colore della materia, ‘goccia di luce’ emanante riflessi, si ricollega all’elevazione spirituale. Tutte le immagini dorate emanano un’aura di magia e di trascendenza […] In questo senso può essere letto l’oro delle sculture di Fontana, che accentuando i valori baluginanti della superficie, rende percepibile l’indeterminatezza dello spazio esistenziale e sottrae alla materia il suo volume e il suo peso” (Rossella Siligato, Simbolismo e scienza nella luce di Fontana, Milano 1998). Con l’olio la tela guadagna spessore e densità, arricchendosi di nuove potenzialità espressive. Ma è il colore che regala una sensazione di pace, di quiete mai banale, anzi ricercata e modesta, propria di quegli artisti capaci di trasmettere, con vigore, idee ed emozioni. Un oro che passa da essere sfondo a protagonista principale dell’opera e che ci trasporta idealmente verso la dimensione dell’infinito.
A few years after the execution of this sculpture Lucio Fontana declared in an interview with Giorgio Bocca “by using this formula I have managed to give to the viewer of this painting a sense of spatial smoothness, cosmic rigor and peacefulness within infinity"(Incontro con Lucio Fontana, Il vincitore di Venezia in Il Giorno, 6 luglio 1966).
Calmness, rigors and serenity. And again, space, cosmos and infinity are recurrent in Fontana’s lyric; these concepts are pilasters that allow the artist not only to mold his works, but also to communicate a series of values of artistic and existential nature of a renewed and never monotonous aesthetic
Fontana’s action is so vigorous that it literally sinks inside the canvas and rips it. An action that does not carry in itself the negative violence of a wound, but a spatial and evocative complexity recalling a world that goes beyond the concept of the surface . A powerful and innovative gesture, full of meanings that the artist managed to use as symbol of a new revolution in painting. From a simple action he was able to create a way to dig into infinity surpassing what seemed to be a merely materialistic boundary. Enrico Crispolti has often described Fontana as an “anticipating protagonist” and one could only agree to this statement; his work enhances an explosion of new ideas and perspectives reached through a slow and mellow rhythm, an originality full of energy, never overpowering. A calmness that investigates the deepness of spatiality that -if compared to the one theorized by his predecessors- can only be considered revolutionary. The rip of the canvas seems to correspond to the rip of the same and opposite tradition.
Not only spatial calmness but also cosmic rigor. Fontana’s constant dedication to his work has always been renowned. A scrupulous activity that allowed the artist to communicate through his art and his emblematic ideals. This rigor is clearly represented by his work, often represented by monochrome canvases, in which the sense of the cosmos can be perceived with all its power in the act of the rip The reiteration of gestures that like a pendulum, hits each one of his works in an oscillatory movement starting with the act of cutting and ending with the advent of a cosmic-spatial dimension. In this way Fontana has unified two poles – calmness and rigor- apparently irreconcilable with each other, donating to his viewers an art full of significance and expectation, that drives us towards the future.
At last, peacefulness in the infinity: a sensation that his paintings, sculptures and environments have always communicated and it is often emphasized by the use of sophisticated colors, like gold, warm and always dear to history of art, the phenomenal gold, color of the matter, “drip of light”, enhances a reflection that leads to spiritual elevation. All the golden pictures issue an aura of magic and transcendence(…) The gold of Fontana’s sculptures can be perceived in this way: stressing the flickering values of the surface, it makes perceivable the indeterminateness of the existing space and takes away the materiality of its volume and of its weight (Rosella Siligato, Symbolism and Science in the light of Fontana, Milano 1998). Through the use of oil paint the canvas gains deepness and density, achieving a new expressive potential. But it is the use of color that gives a peaceful sensation, a never banal- but looked for- quietness, that belongs to those artists who are capable of transmitting with vigour, ideas and emotions. A gold that from being used as background turns into being the protagonist of a work of art, ideally taking his viewers towards the dimension of infinity.
Rossella Siligato, Simbolismo e scienza nella luce di Fontana, Milano 1998
“That phenomenal gold, the colour of the material, a drop of reflective light, makes a connection to a higher spiritual plane. Every work which is golden in colour radiates a magical and transcendental aura […] This is how we ought to read the gold of Fontana’s sculptures. Accentuating the glimmering values of the surface, it renders perceptible the immeasurability of the existential space and takes the volume and the weight of the material out from underneath it.”
Pochi anni dopo la realizzazione di quest’opera, Lucio Fontana dichiarava, durante un’intervista con Giorgio Bocca: “Sono riuscito con questa formula a dare a chi guarda il quadro un’impressione di calma spaziale, di rigore cosmico, di serenità nell’infinito” (Incontro con Lucio Fontana, Il vincitore di Venezia in "Il Giorno", 6 luglio 1966).
Calma, rigore e serenità. E di nuovo, spazio, cosmo e infinito. Ricorrenti nella lirica fontaniana, questi concetti sono come pilastri, che permettono all’artista non solo di plasmare le proprie opere, ma anche di comunicare una serie di valori di natura artistica ed esistenziale, in un’estetica sempre rinnovata e mai monotona.
Un gesto, quello di Fontana, talmente vigoroso da affondare la tela, squarciarla. Un’azione che, però, non porta con sé la mera violenza negativa di una ferita, ma una complessità tutta spaziale ed evocativa di un mondo che non si ferma alla superficie del supporto fisico. Un segno potente e del tutto innovatore, ricco di significati che l’artista ha saputo rendere portatore di una rivoluzione pittorica. Egli ha fatto di un semplice gesto un modo di scavare l’infinito, andando oltre quello che sembra un semplice confine materico. Enrico Crispolti ha definito più volte Lucio Fontana come “protagonista anticipatore” e non si può che essere più d’accordo: un’esplosione di nuove idee e prospettive, ma con un ritmo pacato e tranquillo, un’originalità energica, ma mai prepotente. Una calma che indaga una profondità spaziale, rivoluzionaria rispetto a quella largamente teorizzata dai suoi predecessori. Allo strappo della tela, dunque, sembra corrispondere una rottura della tradizione uguale e contraria.
Non solo calma spaziale, ma anche rigore cosmico. L’operato di Fontana si è contraddistinto, in tutto l’arco della sua vita, per una grande dedizione al lavoro. Un’attività scrupolosa che ha permesso all’artista di comunicare tramite la sua arte gli ideali emblematici della sua persona. Questo rigore si riflette prima di ogni cosa nei suoi lavori, sovente rappresentati da tele monocrome, dove il senso del cosmo si percepisce in tutta la sua forza nello squarcio. Una reiterazione di gesti che, come un pendolo, colpisce volta per volta ognuno dei suoi lavori, in un movimento oscillatorio che ha inizio con l’azione del taglio e che si conclude con l’avvento di una dimensione cosmico-spaziale. Fontana ha così unito due poli - calma e rigore - all’apparenza inconciliabili, regalandoci un’arte densa di significato e di attesa, vigile, verso il futuro.
Infine, serenità nell’infinito: una sensazione che nei suoi quadri, sculture e ambienti non manca mai e che viene accentuata da colori sofisticati, come l’oro, colore caro alla storia dell’arte fin dal principio. “L’oro fenomenico, colore della materia, ‘goccia di luce’ emanante riflessi, si ricollega all’elevazione spirituale. Tutte le immagini dorate emanano un’aura di magia e di trascendenza […] In questo senso può essere letto l’oro delle sculture di Fontana, che accentuando i valori baluginanti della superficie, rende percepibile l’indeterminatezza dello spazio esistenziale e sottrae alla materia il suo volume e il suo peso” (Rossella Siligato, Simbolismo e scienza nella luce di Fontana, Milano 1998). Con l’olio la tela guadagna spessore e densità, arricchendosi di nuove potenzialità espressive. Ma è il colore che regala una sensazione di pace, di quiete mai banale, anzi ricercata e modesta, propria di quegli artisti capaci di trasmettere, con vigore, idee ed emozioni. Un oro che passa da essere sfondo a protagonista principale dell’opera e che ci trasporta idealmente verso la dimensione dell’infinito.
A few years after the execution of this sculpture Lucio Fontana declared in an interview with Giorgio Bocca “by using this formula I have managed to give to the viewer of this painting a sense of spatial smoothness, cosmic rigor and peacefulness within infinity"(Incontro con Lucio Fontana, Il vincitore di Venezia in Il Giorno, 6 luglio 1966).
Calmness, rigors and serenity. And again, space, cosmos and infinity are recurrent in Fontana’s lyric; these concepts are pilasters that allow the artist not only to mold his works, but also to communicate a series of values of artistic and existential nature of a renewed and never monotonous aesthetic
Fontana’s action is so vigorous that it literally sinks inside the canvas and rips it. An action that does not carry in itself the negative violence of a wound, but a spatial and evocative complexity recalling a world that goes beyond the concept of the surface . A powerful and innovative gesture, full of meanings that the artist managed to use as symbol of a new revolution in painting. From a simple action he was able to create a way to dig into infinity surpassing what seemed to be a merely materialistic boundary. Enrico Crispolti has often described Fontana as an “anticipating protagonist” and one could only agree to this statement; his work enhances an explosion of new ideas and perspectives reached through a slow and mellow rhythm, an originality full of energy, never overpowering. A calmness that investigates the deepness of spatiality that -if compared to the one theorized by his predecessors- can only be considered revolutionary. The rip of the canvas seems to correspond to the rip of the same and opposite tradition.
Not only spatial calmness but also cosmic rigor. Fontana’s constant dedication to his work has always been renowned. A scrupulous activity that allowed the artist to communicate through his art and his emblematic ideals. This rigor is clearly represented by his work, often represented by monochrome canvases, in which the sense of the cosmos can be perceived with all its power in the act of the rip The reiteration of gestures that like a pendulum, hits each one of his works in an oscillatory movement starting with the act of cutting and ending with the advent of a cosmic-spatial dimension. In this way Fontana has unified two poles – calmness and rigor- apparently irreconcilable with each other, donating to his viewers an art full of significance and expectation, that drives us towards the future.
At last, peacefulness in the infinity: a sensation that his paintings, sculptures and environments have always communicated and it is often emphasized by the use of sophisticated colors, like gold, warm and always dear to history of art, the phenomenal gold, color of the matter, “drip of light”, enhances a reflection that leads to spiritual elevation. All the golden pictures issue an aura of magic and transcendence(…) The gold of Fontana’s sculptures can be perceived in this way: stressing the flickering values of the surface, it makes perceivable the indeterminateness of the existing space and takes away the materiality of its volume and of its weight (Rosella Siligato, Symbolism and Science in the light of Fontana, Milano 1998). Through the use of oil paint the canvas gains deepness and density, achieving a new expressive potential. But it is the use of color that gives a peaceful sensation, a never banal- but looked for- quietness, that belongs to those artists who are capable of transmitting with vigour, ideas and emotions. A gold that from being used as background turns into being the protagonist of a work of art, ideally taking his viewers towards the dimension of infinity.