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Yves Klein
Description
- Yves Klein
- Monochrome bleu sans titre (IKB 206)
- dry pigment e resina sintetica su tavola
- cm 21,5x18
- Eseguito nel 1959
Provenance
Galleria Blu, Milano
Galleria Martano, Torino
Ivi acquistato dalla famiglia dell'attuale proprietario
Exhibited
Condition
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Catalogue Note
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Il 6 giugno del 1962 Yves Klein muore a Parigi per crisi cardiaca a soli 34 anni. Un arco di tempo troppo breve che tuttavia gli è sufficiente a imporre la sua opera sulla scena parigina ed europea e a condurre una vita e una carriera folgoranti: gira film, scrive saggi teorici, allestisce mostre, e fonda con Pierre Restany “Le Nouveau Réalisme”.
Figlio d’arte, Yves Le Monochrome – come viene soprannominato – nasce a Nizza nel 1928 e comincia a dipingere alla fine degli anni Quaranta, anni dedicati in gran parte a viaggi attraverso l’Europa, l’Asia orientale e il Giappone. A Tokyo, in particolare, si ferma 15 mesi per apprendere il vero spirito del Judo, grande passione cui dedicherà anni di pratica intensa che si riveleranno fondamentali per il suo percorso artistico.
Fin dalle sue prime tele monocrome (gialle, rosa, rosse, verdi), appare chiaro l’intento non tanto estetico quanto più di ricerca interiore: per Yves le sue opere sono meditazioni, i colori valori spirituali. Tale ricerca, intima e universale allo stesso tempo, lo porta a poco a poco ad abbandonare le diverse sfumature e gradazioni per eleggerne nel 1957 una sola: un blu intenso luminoso, avvolgente, “l’espressione più perfetta del blu” come la definiva lo stesso Klein.
Simbolo di verità, saggezza, pace e contemplazione, il suo IKB (International Klein Blue) impregna le tele trasformandone la materialità in un elemento incorporeo che scompare a favore di un’atmosfera intangibile e di un’energia diffusa che agisce sui nostri sensi.
“Yves non vuole offrire allo spettatore un semplice quadro sul muro, ma piuttosto metterlo in uno stato ricettivo […] Provoca coscientemente l’assenza del contenuto d’effetto narrativo o aneddotico nelle sue pitture. Il vuoto diventa per lui lo scopo da raggiungere. Bisogna che l’uomo entri in possesso della sua vita interiore e anche di questo vuoto il cui simbolo è la pienezza spirituale” (Paul Weber, in Catalogo della mostra al Musée des Arts Decoratifs, Parigi 1969).
Il nostro Petit Bleu, realizzato nel 1959 è un perfetto esempio di questa sua poetica. Sono anni in cui l’artista lavora incessantemente come posseduto da un furore creativo i cui frutti erano già stati riconosciuti in Italia due anni prima, come testimonia il clamoroso successo della mostra Yves Klein, Onze propositions monochromes presso la Galleria Apollinaire di Milano (successivamente esposta a Parigi, Düsseldorf e Londra).
Il 1958 è invece l’anno dell’esposizione conosciuta come Le Vide (Il Vuoto), in occasione della quale l’artista elimina l’intero arredamento della galleria Iris Clert di Parigi, dipingendone la vetrina di blu e accogliendo i visitatori (più di tremila) con un cocktail blu preparato per l’occasione.
Klein è indubbiamente una figura centrale del panorama artistico di quegli anni, rappresentante di quell’incontro fra arte e realtà e di quella tendenza alla processualità - oscillante tra mondanità e dematerializzazione dell’opera - che precorre le esperienze comportamentali e performative che matureranno soprattutto fra fine anni Sessanta e primi Settanta (cfr. 1946-1968. La nascita dell’arte contemporanea, III vol. della collana “L’Arte del XX secolo”, Milano 2007).
È proprio durante una riunione a casa di Klein, nel 1960, che nasce il Nouveau Réalisme. Sono presenti alcuni dei protagonisti della scena artistica del tempo tra cui Arman, Daniel Spoerri, Jean Tinguely, insieme al critico Pierre Restany. Proprio quest’ultimo scrive, le seguenti, emblematiche parole a proposito di Klein:
“ Dopo Parigi, è a Milano che io chiedo un istante di verità, senza il quale né io né altri potremmo avere né amore, né arte, né poesia, né emozione pura […] Uomini moderni, oppressi da un’eredità intellettuale, intossicata di oggettività, di forma e di ritmo, che specie di reazione avrete voi dinnanzi a questo fenomeno di pura contemplazione?”