- 6
Giorgio de Chirico
Estimate
120,000 - 150,000 EUR
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Description
- Giorgio de Chirico
- Piazza d'Italia
- firmato
- olio su tela
- cm 40x50
- Eseguito nella prima metà degli anni Sessanta
Provenance
Collezione Valdameri, Milano
Galleria Gissi, Torino, n. 2247
Ivi acquistato dalla famiglia dell'attuale proprietario negli anni Sessanta
Galleria Gissi, Torino, n. 2247
Ivi acquistato dalla famiglia dell'attuale proprietario negli anni Sessanta
Condition
In generale l'opera è in buone condizioni. Vi sono tracce di craquelures stabili e filiformi verso la metà del margine sinistro nel pigmento nero. Vi sono un'area di ripresa di colore nel pigmento verde del cielo e alcuni piccoli ritocchi sul tempio centrale visibili sotto la lampada a raggi UV.
This work is in generally good overall condition. There are traces of threadlike and stable craquelures towards the centre of the left margin on the black pigment. There is an area of retouching in the upper green background and few tiny ones on the central temple visible under UV light.
"In response to your inquiry, we are pleased to provide you with a general report of the condition of the property described above. Since we are not professional conservators or restorers, we urge you to consult with a restorer or conservator of your choice who will be better able to provide a detailed, professional report. Prospective buyers should inspect each lot to satisfy themselves as to condition and must understand that any statement made by Sotheby's is merely a subjective, qualified opinion. Prospective buyers should also refer to any Important Notices regarding this sale, which are printed in the Sale Catalogue.
NOTWITHSTANDING THIS REPORT OR ANY DISCUSSIONS CONCERNING A LOT, ALL LOTS ARE OFFERED AND SOLD AS IS" IN ACCORDANCE WITH THE CONDITIONS OF BUSINESS PRINTED IN THE SALE CATALOGUE."
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Catalogue Note
L'opera è accompagnata da attestato di libera circolazione.
An export license is available for this lot.
"Tre o quattro volte al giorno esco sul terrazzo che sta davanti al mio studio e là, simile al nocchiero d'una nave a vela ferma in mezzo al mare per mancanza di vento, guardo e scruto il cielo che sta davanti a me e sopra di me; guardo a destra, verso settentrione [...]. Poi guardo verso occidente, verso Monte Mario e la Cupola di San Pietro, poi verso sud-ovest là dove si vede la sagoma di una biga che prende le mosse dal cornicione del tetto, in cima al palazzo di Giustizia, il cosiddetto palazzaccio, guardo più a sud là, dove si vede la parte superiore del monumento a Vittorio Emanuele II, monumento che è sempre stato molto deprecato e di cui si è parlato con ironia come del palazzo di Giustizia, ma questi due monumenti sembrano, in confronto alle burattinate di certi architetti modernisti che marciano con lo sguardo fisso agli orizzonti tracciati dai vari Le Corbusier, Wright, Gropius ed altri, quei due monumenti, dico, sono in confronto alle aberrazioni di certa architettura moderna, autentici capolavori, degni di un Bramante e di un Brunelleschi".
(G. de Chirico cit. in "Memorie della mia vita", Milano 1998, pagg. 195-196)
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"Tre o quattro volte al giorno esco sul terrazzo che sta davanti al mio studio e là, simile al nocchiero d'una nave a vela ferma in mezzo al mare per mancanza di vento, guardo e scruto il cielo che sta davanti a me e sopra di me; guardo a destra, verso settentrione [...]. Poi guardo verso occidente, verso Monte Mario e la Cupola di San Pietro, poi verso sud-ovest là dove si vede la sagoma di una biga che prende le mosse dal cornicione del tetto, in cima al palazzo di Giustizia, il cosiddetto palazzaccio, guardo più a sud là, dove si vede la parte superiore del monumento a Vittorio Emanuele II, monumento che è sempre stato molto deprecato e di cui si è parlato con ironia come del palazzo di Giustizia, ma questi due monumenti sembrano, in confronto alle burattinate di certi architetti modernisti che marciano con lo sguardo fisso agli orizzonti tracciati dai vari Le Corbusier, Wright, Gropius ed altri, quei due monumenti, dico, sono in confronto alle aberrazioni di certa architettura moderna, autentici capolavori, degni di un Bramante e di un Brunelleschi".
(G. de Chirico cit. in "Memorie della mia vita", Milano 1998, pagg. 195-196)