MI0320

/

Lot 29
  • 29

Enrico Castellani

Estimate
400,000 - 600,000 EUR
Log in to view results
bidding is closed

Description

  • Enrico Castellani
  • Superficie argento
  • firmato, intitolato e datato 1970/73 sul risvolto
  • acrilico su tela estroflessa
  • cm 153,5x153,5x5

Condition

This work is in very good condition. No traces of retouching appear to be visible under UV light.
"In response to your inquiry, we are pleased to provide you with a general report of the condition of the property described above. Since we are not professional conservators or restorers, we urge you to consult with a restorer or conservator of your choice who will be better able to provide a detailed, professional report. Prospective buyers should inspect each lot to satisfy themselves as to condition and must understand that any statement made by Sotheby's is merely a subjective, qualified opinion. Prospective buyers should also refer to any Important Notices regarding this sale, which are printed in the Sale Catalogue.
NOTWITHSTANDING THIS REPORT OR ANY DISCUSSIONS CONCERNING A LOT, ALL LOTS ARE OFFERED AND SOLD AS IS" IN ACCORDANCE WITH THE CONDITIONS OF BUSINESS PRINTED IN THE SALE CATALOGUE."

Catalogue Note

Io parto sempre dal perimetro del quadro dove costituisco delle suddivisioni aritmetiche che sono il punto d'avvio [...]. La programmazione vera, la sequenza intenzionale sta sul perimetro, quel che accade all'interno della superficie è casuale [...], una casualità controllata da ciò che ho predisposto sul perimetro [...]; la casualità è generata dalla progressione aritmetica.
Enrico Castellani

 

Braille per vedenti
Un critico parlò delle sequenze di concavo e convesso nelle superfici di Castellani come di un "Braille rivisitato": figura forse indebita, ma bella, e capace di rivelare il desiderio di far scorrere la mano su quelle tele. Le immagini rubate alla cecità rendono bene lo spaesamento e la meraviglia, come quando parliamo dei sogni ad occhi aperti. Ho visitato dei monumenti per ciechi: uno, sulla sommità di un altura norvegese, grande metallico e vibrante al vento, con un minuzioso percorso d'accesso segnato da odori di piante e pietre da tastare. Occorre, agli intrusi vedenti, andarci a occhi chiusi. Le tele di Castellani sono forse un Braille per vedenti: se il Braille volesse comunicare la luce e i suoi tragitti, si potrebbe immaginare di addestrare gli occhi a guardare le tele di Castellani imitando la sapienza dei polpastrelli che leggono. Carla Lonzi le chiamò, quelle tele, già nel 1964, "luoghi ideali di contempolazione", parlò, sia pur discretamente, del "senso di religiosità che evocano", dalla finezza somatica e spirituale dell'autore. Carla Lonzi era un'artista di altri linguaggi che si metteva alla prova umana e poetica attraverso l'amicizia e l'osservazione degli artisti, e non si distraeva a coniare didascalie inutilmente pompose sotto le loro opere. Ciò riporta alla sedimentazione del tempo nel lavoro di Castellani e alla confidenza che con esso prende lo spettatore.
Adriano Sofri, La tradizione silenziosa di Enrico Castellani, in catalogo della mostra, Enrico Castellani, Pistoia, Palazzo Fabroni, 1996, pag. 46