MI0321

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Lot 46
  • 46

Mario Schifano

Estimate
100,000 - 150,000 EUR
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bidding is closed

Description

  • Mario Schifano
  • Particolare di paesaggio italiano
  • intitolato; firmato, intitolato e datato 1963 sul retro
  • smalto, grafite e collage su carta applicata su tela
  • cm 110x180

Condition

This work is in very good condition. There are light traces of waving on the paper due to artist's technique. There is a minor and stable tear towards the centre of the lower margin. Colours are brighter and warmer compared to the catalogue illustration.
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Catalogue Note

 Il 1963 è un anno cruciale per l'ascesa del giovane pittore Mario Schifano. In seguito a dei dissapori l' artista rinuncia alla collaborazione con la Galleria Sonnabend, che eppure gli dedica quell'anno una mostra a Parigi, alla quale neppure partecipa. Nell'aprile di quello stesso anno si lega alla Galleria Odyssa a Roma, grazie anche all'intervento di Maurizio Calvesi e vi organizza una mostra memorabile.

Questo appuntamento segna, infatti, la svolta definitiva di Schifano dal monocromo alla pop art, motivo in parte dello scontro con la gallerista americana: compaiono inaspettatamente Coca-Cola, Esso, No, oltre a ritratti di Leonardo, scene di incidenti e grandi paesaggi stradali. Il monocromo si era definitivamente trasformato in un luogo di proiezione, in un campo fotografico.
In particolare, nei cicli dei Paesaggi, impostati come una sorta di sequenza di fotogrammi, è possibile cogliere il nuovo occhio fotografico dell'artista nonché questa inedita 'attitudine a guardare' così evocativa ed ironica al tempo stesso.  'Il paesaggio è l'aspetto di un luogo quale appare abbracciandolo con lo sguardo. (...) la tattica perseguita è quella dell'azzeramento della dimensione spaziale alla semplice superficie bidimensionale del quadro, della sua riduzione a corpo liscio e speculare che accoglie ed espelle nello stesso tempo la sostanza pittorica' (Achille Bonito Oliva).
Questo effetto è conseguito attraverso l'uso di un materiale tipicamente contemporaneo, lo smalto. La scelta del supporto, inoltre, ovvero la carta da imballaggio zigrinata, contribuisce alla resa di questo effetto di 'approssimazione' quale apparirebbe osservando un singolo fotogramma sfocato tratto da una sequenza filmica.
'Ampio, insoluto', così Schifano definiva il proprio lavoro; una approssimazione di forme ambigue, dedotte dalla memoria e tracciate con mano imprecisa e sicura al tempo stesso, un tratto elegante e imperfetto, felicemente inesatto. Si tratta, in realtà, di una pittura sofisticatissima perchè riflette la convinzione dell'artista secondo la quale non esista contraddizione tra paesaggio e astrazione, poichè anche la natura in cui viviamo è sempre filtrata da mezzi artificiali.