Agostino Bonalumi

Acquisito dal padre dell’attuale proprietario direttamente dall’artista alla metà degli anni Sessanta

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"Certo, il dichiararsi assolutamente diversi, in arte, è una malattia infantile dell'avanguardia: oggi, a distanza di più di quarant'anni da quelle prove, è difficile non guardare con un sorriso quello che allora veniva affermato in maniera tanto battagliera, eppure nel concetto di oggetto c'era qualcosa di più di un semplice artificio avanguardistico, molto più di un'azione di propaganda, tanto per usare termini bassamente operativi. L'affermazione di una pittura come oggetto, prima ancora che come rappresentazione o, peggio, narrazione, rispondeva pienamente all'esigenza di rinnovamento di quegli anni, e ne costituiva probabilmente il maggior apporto di cambiamento" (cit. M. Meneguzzo in Oggetto, superficie, pittura)