MI0321

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Lot 27
  • 27

Jesus Rafael Soto

Estimate
180,000 - 250,000 EUR
bidding is closed

Description

  • Jesús Rafael Soto
  • Oliva e argento
  • firmato e datato 1969 sul retro
  • acrilico su tavola, metallo dipinto e fili di nylon
  • cm 107x72

Provenance

Marlborough Galleria d'Arte, Roma
Ivi acquistato dalla famiglia dell'attuale proprietario nei primi anni Settanta

Condition

This work is in very good condition. There are few tiny paint losses on the end of the sticks. There are two very superficial scratches towards the centre of the lower margin in the green pigment. Is not clear in the catalogue illustration that the edges of the painting are white and the upper area of the composition is silver..
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Catalogue Note

Quando incontrai il lavoro di Mondrian - specialmente i suoi pezzi molto colorati in cui s'incrociavano linee orizzontali e verticali - sentivo che apparteneva al dominio della grandezza e della spiritualità. C'erano delle affinità con le grandi opere del Rinascimento. A quel tempo credevo che la ricerca di Mondrian s'indirizzasse sempre più verso la bidimensionalità; un paradosso perchè pur essendo partito dal Cubismo, più che cercare il movimento - la vera aspirazione del Cubismo - si muoveva in direzione completamente opposta. Ricercava una specie di immobilità assoluta. Nel mio caso, ero interessato al movimento. Cercavo un'arte che rivisitasse gli elementi che mi avevano affascinato in Mondrian ma aggiungendo loro il dinamismo. A dire la verità, non sapevo come farlo. Ero semplicemente convinto che fosse la strada da seguire. In seguito ebbi l'opportunità di vedere Broadway Boogie Woogie (1942-1943). In quel momento mi resi conto che, in tarda maturità, Mondrian aveva trovato una soluzione perfetta al suo problema: una sorta di vibrazione ottica. E visto che Mondrian aveva già trovato una risposta, m'imposi nuove sfide, mi feci delle nuove domande, nel tentativo di spingere oltre queste idee. Mi concontrai su tutti gli artisti il cui lavoro aveva a che fare con il movimento: Laszlo Moholy-Nagy e, in modo particolare, Naum Gabo, una delle figure che mi aveva maggiormente impressionato. Naum Gabo fece una scultura - una delle più importanti del ventesimo secolo - con cavi metallici che si muovevano velocemente producendo un volume virtuale. Naturalmente lui non parlava di questo lavoro usando termini simili, ma credo che questa fosse l'idea.
(cit. Jesus Rafael Soto, in Soto sempre/Sempre Soto, intervista di Hans Ulrich Obrist, Parigi, marzo 2004)