- 18
Giuseppe Capogrossi
Estimate
70,000 - 90,000 EUR
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Description
- Giuseppe Capogrossi
- Superficie 151
- firmato, intitolato e datato 54 sul retro e sul telaio
- olio su tela
- cm 65x50
Provenance
Galleria del Naviglio, Milano, n. 1222
Collezione Mulas, Milano
Collezione Valsecchi, Milano
Studio Marconi, Milano
Ivi acquistato dall'attuale proprietario
Collezione Mulas, Milano
Collezione Valsecchi, Milano
Studio Marconi, Milano
Ivi acquistato dall'attuale proprietario
Literature
G. C. Argan, Capogrossi, Roma 1967, n. 13, pag. 138, illustrato
Condition
This work is in very good condition. There are traces of threadlike and stable craquelures by the grey pigment and by the red one over it. No traces of retouching appear to be visible under UV light.
"In response to your inquiry, we are pleased to provide you with a general report of the condition of the property described above. Since we are not professional conservators or restorers, we urge you to consult with a restorer or conservator of your choice who will be better able to provide a detailed, professional report. Prospective buyers should inspect each lot to satisfy themselves as to condition and must understand that any statement made by Sotheby's is merely a subjective, qualified opinion. Prospective buyers should also refer to any Important Notices regarding this sale, which are printed in the Sale Catalogue.
NOTWITHSTANDING THIS REPORT OR ANY DISCUSSIONS CONCERNING A LOT, ALL LOTS ARE OFFERED AND SOLD AS IS" IN ACCORDANCE WITH THE CONDITIONS OF BUSINESS PRINTED IN THE SALE CATALOGUE."
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Catalogue Note
Già alla fine degli anni Quaranta Capogrossi intraprende il suo rapporto professionale con i fratelli Cardazzo, i quali oltre alla Galleria del Cavallino a Venezia e la Galleria del Naviglio a Milano, propongono, grazie a una serie di collaborazioni istituzionali, i propri artisti in quasi tutte le città italiane e soprattutto a Trento, Trieste, Vicenza, Torino, Firenze, Albisola. "Il sistema Cardazzo, quindi, proprio in questi anni adotta una modalità di promozione di esposizioni collettive cui partecipano sia i protagonisti fondanti dello spazialismo, sia nuove presenze associatesi come elementi nuovi. Il ritmo espositivo è pressante e vitalissimo". Nonostante l'accoglienza un po' fredda della critica ufficiale e quella più reazionaria, soprattutto romana, la fama internazionale del lavoro di Capogrossi si consolida sempre di più, fino a quando nel 1954, anno di esecuzione dell'opera Superficie 151, viene dedicata all'artista una sala personale alla Biennale di Venezia. L’estate della Biennale culmina con la vincita di Capogrossi del Premio Editore Giulio Einaudi. La manifestazione veneziana rende l’anno intenso e il periodo successivo ricco di occasioni espositive e di attenzioni giornalistiche importanti.
Michel Tapiè nella presentazione in catalogo della Biennale di Venezia del 1954 scrive: E tanto meglio se l"opera di Capogrossi non ha nessun riferimento (...). Con lui sono le nozioni stesse di cui si occupa l'estetica che vengono rimesse in discussione poichè la sua opera così essenzialmente nuda, il suo messaggio cosi completo, così ricco, attraverso le metamorfosi di un solo segno da lui creato (...) non dà appiglio ad alcuna letteratura o aneddoto. (...) L'avventura del nostro tempo - continua - ha nome Pollock, Capogrossi, Mathieu, Serpan, Sam Francis e qualche altro tra il vivissimo gruppo degli spazialisti milanesi.
Luca Massimo Barbero, Capogrossi, Venezia 2012
Michel Tapiè nella presentazione in catalogo della Biennale di Venezia del 1954 scrive: E tanto meglio se l"opera di Capogrossi non ha nessun riferimento (...). Con lui sono le nozioni stesse di cui si occupa l'estetica che vengono rimesse in discussione poichè la sua opera così essenzialmente nuda, il suo messaggio cosi completo, così ricco, attraverso le metamorfosi di un solo segno da lui creato (...) non dà appiglio ad alcuna letteratura o aneddoto. (...) L'avventura del nostro tempo - continua - ha nome Pollock, Capogrossi, Mathieu, Serpan, Sam Francis e qualche altro tra il vivissimo gruppo degli spazialisti milanesi.
Luca Massimo Barbero, Capogrossi, Venezia 2012