MI0321

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Lot 10
  • 10

Alberto Savinio

Estimate
150,000 - 200,000 EUR
bidding is closed

Description

  • Alberto Savinio
  • Ulisse e Telemaco
  • firmato; siglato, intitolato e datato 1928 sul retro
  • tempera su tela
  • cm 70x50
  • Eseguito nel 1932-33

Provenance

Galleria Girasole, Udine
Galleria d'Arte Diamant, Milano
Galleria Gissi, Torino

Exhibited

Torino, Galleria Narciso, Savinio 32 dipinti dal 1927 al 1930, Parigi, 1963, n.17

Literature

Bolaffi, Catalogo nazionale d'arte moderna n.15, Torino 1979, vol.I, pag. 177, illustrato
P. Vivarelli, Alberto Savinio. Catalogo generale, Milano 1996, pag. 144, n.1932-33 2, illustrato

Condition

This work is in generally good overall condition. There are some raised craquelures along the right edge. There are minor paint losses partially visible in the catalogue illustration by the centre of the left edge and towards the upper right corner. There are few bulges of the pictorial film towards the upper left corner. This painting is relined. Colours are warmer compared to the catalogue illustration.
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Catalogue Note

Telemaco, figlio di Ulisse e di Penelope. Durante la lunga assenza paterna si trova, giovane e inerme, alle prese coi Proci che gli dilapidano i beni e comandano nella sua casa pretendendo la mano di sua madre. Guidato da Atena, che ha assunto l’aspetto dell’amico paterno Mentore, si reca a Pilo da Nestore e a Sparta da Menelao in cerca di notizie del padre, ma invano. Tornato a Itaca e sfuggito a un’insidia dei Proci, trova presso Eumeo il padre, ritornato sotto l’aspetto di mendicante. Dopo il riconoscimento, Telemaco aiuta il padre a uccidere i Proci e a vendicarsi dei servi infedeli. In posa in questo dipinto, padre e figlio vengono ritratti in una quinta tipicamente saviniana, come una rappresentazione in atto su un palcoscenico, cui allude la tenda quale un sipario e il fondale del mar Egeo alle spalle. "Paradossalmente, è proprio la finzione dichiarata del teatro a restituire un senso alle vuote figure del mondo antico o del mondo familiare. Nei 'racconti', consapevolmente reinventati, che si rappresentano sulla scena si possono accostare, quasi con naturalezza, età della storia lontane tra loro e le figure o i busti classici - che restavano muti quando erano dipinti come singole entità - possono ora dialogare con il mondo moderno."
(cit. in Pia Vivarelli, Alberto Savinio, artista dallo sguardo "leggero". Un percorso tra mito greco e scienza moderna, catalogo della mostra, Milano, Fondazione Antonio Mazzotta, 2002-2003, pag. 14)