Lot 97
  • 97

Angelo Inganni

Estimate
30,000 - 40,000 EUR
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Description

  • Angelo Inganni
  • Gli amanti
  • firmato e datato in basso a destra Inganni / 1876
  • olio su tela
  • cm 104 x 135
  • eseguito alla fine degli anni '50

Condition

Painting rilined on a new loom.The painting is reduced along the edges and lied on canvas.From a first-hand inspection tihgt craquelures are visible over the surface and detachments without lossesThe varnish appears yellowed.The ultra violet light reveals thick fluorescent varnish dishomogeneously spread over the surface wich restrain from seing possible retouch underneath. Date and signature have been heavily overpainted, but part of the originals are still visible underneath the retouch.Opera rintelata con telaio nuovo.Ad un primo esame la tela appare tagliata sui quattro lati ed applicata su tela. Si nota una fitta rete di craquelures sulla superfice ed alcuni sollevamenti di materia senza distacco.La vernice appare molto ingiallita.L'esame alla lampada di Wood evidenzia uno spesso strato di vernice fortemente fluorescente distribuita disomogeneamente che impedisce di individuare restauri sottostanti. La firma e la data sono state pesantemente ritoccate, ma in alcuni tratti sono ancora visibili al di sotto del ritocco.
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Catalogue Note

Celebre per le vedute di Milano, l'Inganni fu molto apprezzato anche per le scene di genere. A partire dagli anni '50 sviluppò il motivo della luce artificiale, prodotta da una lampada o da un tizzone ardente, riflessa sui volti di popolani e contadini. La tradizione a cui si rifà è quella fiamminga e francese del XVII secolo – basti ricordare Georges de La Tour - già recuperata nell'Ottocento dal Waldmuller.
Lunga è la lista di opere in cui approfondisce lo studio della fiamma, molte delle quali esposte alle rassegne di Genova, Torino e Milano. Nel 1857 presentò a Brescia Contadino che trae fiamma soffiando sopra un tizzone ardente per accendere la lampada, del quale Giuseppe Zanardelli, bresciano come l'Inganni, lodò la tecnica, l'inventiva e la raffinata resa dei contrasti di luce, contestando però la mancanza di "cura del concetto". In realtà l'Inganni agiva consapevolmente, banalizzando forse la scelta del soggetto, ma al fine di concentrare l'interesse dello spettatore sulla piacevolezza della resa, sull'effetto sorprendente dei giochi di luce (cfr. F. Mazzocca. Angelo Inganni 1807-1880. Un pittore bresciano nella Milano romantica, Milano 1998, pp. 222 e 231).
In Contadino che accende la candela con un tizzone del 1856 il pittore si sofferma sugli stessi dettagli presenti in Gli amanti: non solo il tizzone in primo piano, ma anche la piuma di pavone, il copricapo con la cocca laterale, la medaglietta d'oro al collo che riflette i bagliori del fuoco e la luce calda e avvolgente che permea tutto l'ambiente.
L'opera che presentiamo mette in evidenza un'altra delle caratteristiche dell'Inganni: la vis comica. L'artista inscena una piacevole e piccante allegoria erotica, in cui il tizzone che dà fuoco alla candela rappresenta la passione che sta per divampare, mentre un'anziana parente osserva la scena con disapprovazione.
Intimi e delicati i dettagli del gatto che si scalda accanto al focolare e del mazzolino di fiori offerto alla fanciulla. Quest'ultima, che fissa in quelli del compagno due occhi non meno ardenti del tizzone, porta nelle trecce "quei spilloni d'argento che fanno rassomigliare le contadine lombarde a Dee recinte della corona siderale" (Thèophile Gautier citato in G. Panazza, 1975, p.19).

Lotto in temporanea importazione artistica.
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