MI0317

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Lot 7
  • 7

Giorgio de Chirico

Estimate
150,000 - 250,000 EUR
bidding is closed

Description

  • Giorgio de Chirico
  • Gli addii del poeta
  • firmato

  • olio su tela
  • cm 63,5x49,5
  • Eseguito nel 1924

Provenance

Collezione René Berger, Buenos Aires
Galleria Arco Farnese, Roma
Ivi acquistato dall'attuale proprietario nella seconda metà degli anni Ottanta

Exhibited

Cambridge, Fitzwilliam Museum, Giorgio de Chirico,  1971
Roma, Galleria Nazionale Arte Moderna, Giorgio de Chirico, 1981-1982, n. 45, illustrato 
Roma, Galleria Arco Farnese, Gli artisti di Villa Strohl-Fern, 1983, pag. 65, n.44, illustrato
Verona, Palazzo Forti e Galleria dello Scudo; Milano, Palazzo Reale, De Chirico e gli anni Venti, 1986-1987
Venezia, Museo Correr - Ala Napoleonica, De Chirico nel centenario della nascita, 1988-1989, n. 38, illustrato
Roma, Palazzo delle Esposizioni, Giorgio de Chirico, 1992-1993
Padova, Palazzo Zabarella, De Chirico, 2007, pag. 168, n. 48, illustrato a colori, datato 1923, intitolato Gli addii del poeta/Tibullo e Messalla 

Literature

C. Bruni Sakraischik, Giorgio de Chirico. Catalogo Generale, Milano 1987, vol. III, n. 210, illustrato

Condition

This work appears to be in generally good condition overall. The bearing is slightly wavy. There are minor traces of threadlike and stable craquelure mostly by the upper left margin of the canvas and by the figure on the bridge. Under the UV light are visible few minor retouching by the upper margin, by the trees and along the lower margin.
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Catalogue Note

Gli anni tra la fine del 1921 e la fine del 1924 sono spesso considerati un periodo di transizione verso il recupero del più genuino spirito metafisico che sarebbe avvenuto con il ritorno a Parigi nel novembre del 1925. L'opera Gli addii del poeta risale a questi anni cruciali nella vita e nell'arte di Giorgio de Chirico, avviato alla conquista di un nuovo linguaggio. Le composizioni tendono infatti a coinvolgere sempre più la natura e l'ambiente reale, trasferiti tuttavia nelle regioni poetiche del fantastico o del mito.
Anche nella vita dell'artista accadono fatti nuovi. Alla fine del 1921 torna a risiedere a Roma, dove abita con la madre e il fratello, intervallando con lunghi soggiorni a Firenze dove è ospite nella bella casa sul lungarno di Giorgio Castelfranco, suo grande collezionista. L'idea di tornare in Francia non lo abbandona mai, ma nello stesso tempo è sopraffatto dalla magia dei luoghi e dalla romantica bellezza di Roma. La vicinanza alla natura, sia nello studio del Campidoglio sia più tardi in quello in via Orti d'Alibert in Trastevere ai piedi del Gianicolo, stimola in lui una vena naturalistica che tuttavia non contrasta con l'invenzione, ma anzi ne amplifica gli effetti. E' infatti ispirato da questo genius loci l'intero periodo che si estende dall'inverno del 1921 all'autunno del 1924, nel quale emerge quanto importante fosse per l'artista la lezione del neoromanticismo tedesco. "[...] Böcklin, il pittore più poeticamente profondo che sia mai stato"- scrive de Chirico- "è stato pure un'enorme realista. [...] al vero artista il realismo è il mezzo per esprimere efficacemente ciò che prova e ciò che immagina" (G. de Chirico, Il Meccanismo, pag. 169).
Un'opera come Gli addii del poeta costituisce il punto di saldatura tra dimensione romantico-naturalistica e classicistica.