Francesco Sartorelli

Eredi dell'artista, Milano

Milano, Galleria Pesaro, Mostra personale, 1925

G. Marangoni, Artisti contemporanei: Francesco Sartorelli in Emporium 1925 Volume LXII, fascicolo n. 370, riprodotto a colori tra pag. 256 e 257

Opera in prima tela. Sul retro oltre all'etichetta della Galleria Pesaro è stata applicata un'etichetta con l'autore, il titolo e i dati dell'esposizione. Ad un primo esame si notano schizzi di vernice bianca sul retro. La superficie risulta molto sporca e si notano abrasioni lungo il bordo destro dovute alla battitura della cornice. Lungo il bordo inferiore sotto la casetta verso sinistra si nota una caduta di materia con un piccolo strappo (cm 1.5 circa) ed altre tre piccole lungo il borso inferiore (tutte visibili dall'immagine pubblicata in catalogo). L'esame alla lampada di Wood evidenzia vernice fluorescente distribuita disomogeneamente sulla superficie ed alcuni piccoli ritocchi lungo il bordo sinistro al centro. Si suggerisce una leggera pulitura. L'oprea si presenta in ottimo stato di conservazione. Painting on original canvas. On the reverse next to the Galleria Pesaro's label there is onother one with author, title and details of the exhibition. From a first hand inspection white spots of varnish are visible on the reverse. The surface is dusty and abrasions due to the frame are visible along the right hand side edge. Along the lower edge below the house on tovards left there is a small scratch (cm 1.5 circa) and three small ones along the lower edge (all visible from the image in the catalogue). The ultra violet light reveals fluorescent varnish dishomogeneously spread over the surface and some small retouches along the left hand side edge. A light cleansing is suggested. The overall condition as to the state of preservation is excellent.
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Francesco Sartorelli si avvicina alla carriera di pittore in età matura dopo essere stato costretto ad abbandonare la carriera concertistica.

La sua visione particolare del paesaggio viene  influenzata, oltre che dal suo carattere, anche dalle malinconiche visioni lagunari di Pietro Fragiacomo.
Fin dagli esordi appare chiaro che Sartorelli concentra la propria attenzione sul paesaggio caricato di luci vespertine ed albe, protagoniste insime all'atmosfera delle alpi e prealpi venete e della laguna, un paesaggio in cui la presenza umana è solo accennata nella distanza, raccolta in preghiera quasi per non disturbare la quiete circostante. 

In Ave Maria,  la luce del tramonto che incendia le cime innevate filtrando attraverso il cielo, mai terso ma sempre ricco di nubi, illumina in lontananza il villaggio alpino e i suoi abitanti, raccolti in una sommessa e silenziosa preghiera. La materia, stesa con pennellate ricche e corpose, sembra accompagnare compassata l'atmosfera di quiete soffusa. Alessandro Stella nel 1901 nella prima recensione artistica dell'opera di Sartorelli lo definisce giustamente " ... pittore delle vaste armonie di luci ed ombre, concentrate su motivi dolcemente melodici; l'artista più meditativo che ispirato, e preconizzato, dal musicista ..." (A. Sella 1901, pag. 548-549).