Lot 42
  • 42

Alberto Savinio

Estimate
190,000 - 250,000 EUR
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Description

  • Alberto Savinio
  • Le Départ des Argonautes
  • firmato e datato 29
  • olio su tela
  • cm 55x65

Provenance

Collezione R. A. Augusticini, Parigi
Studio d'Arte Mercurio, Roma
Galleria Gissi, Torino
Galleria d'Arte del Naviglio, Milano
Collezione Carlo Cardazzo, Milano
Ivi acquistato dall'attuale proprietario

Exhibited

Torino, Galleria Gissi, Una città per Savinio, 1967
L'Aquila, Castello Spagnolo, Alternative attuali 3, Rassegna Internazionale d'Arte Contemporanea, 1968, n. A 12, pag. 1.40 e 1.42, illustrato
Milano, Palazzo Reale, Alberto Savinio, 1976, n. 37, illustrato

Literature

L. Carluccio, S. Furlotti Rebershak, Catalogo Bolaffi d'arte Moderna 1968. La vita artistica italiana nelle stagioni 1965-66 e 1966-67, Torino 1967, pag. 278, illustrato
Catalogo nazionale Bolaffi d'arte moderna n.10, Torino 1974, pag. 291, illustrato
M. Fagiolo dell'Arco, Giorgio de Chirico. Il tempo di Apollinaire. Paris 1911-1915, Roma 1981, pag. 35, illustrato
L. Cammarella Falsitta, in catalogo della mostra, Milano, Galleria Spazio Immagine, Alberto Savinio dipinti e disegni 1929-1951, Milano 1988, pag. 38, illustrato
M. Fagiolo dell'Arco, Alberto Savinio, Milano 1989, pagg. 36 e 158, n. 71, illustrato a colori
P. Vivarelli, in catalogo della mostra, Verona, Palazzo Forti e Galleria dello Scudo, Savinio gli anni di Parigi, dipinti 1927-1932, Milano 1990, pag. 194, illustrato
P. Vivarelli, Alberto Savinio. Catalogo generale, Milano 1996, pag. 76, n. 1929 34, illustrato

Condition

This work appears to be in generally good overall condition. There are some minor, stable and threadlike craquelures along the left margin, towards the sea and towards the centre of the sky. There are few minor retouching visible under UV light by the left cornes, by the upper right corner and by the centre of the left edge.
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Catalogue Note

"Di tutti i viaggi, io preferisco il Primo Viaggio. I viaggi che non rispondono a un fine pratico non m'interessano. Mi piace il viaggio degli Argonauti perchè era un viaggio d'affari."
(A. Savinio, Souvenirs, Roma, pag. 47)

Gli Argonauti furono quel gruppo di circa 50 eroi che, sotto la guida di Giasone , diedero vita ad una delle più note ed affascinanti narrazioni della mitologia greca: l'avventuroso viaggio a bordo della nave Argo che li condurrà nelle ostili terre della Colchide, alla conquista del vello d'oro.
La partenza degli Argonauti, è un intimo e raffinato dipinto nel quale ritroviamo alcuni temi ricorrenti ed emblematici dell'opera di Savinio, come la "finestra", che indica la strada d'accesso dell'Imprevisto e la via che conduce verso gli arabeschi mutlicolori dell'infinito e della libertà dello spirito e il pennone della nave che compare dalla finestra palese intrusione dell'Inaspettato. (cit. in Con Savinio, catalogo della mostra, Firenze 1981, pag. 83) La quinta della finestra in primo piano pur nella sua oscurità rivela tuttavia una raffinata superficie a decorazione continua, incisa probabilmente con la punta del retro del pennello, quasi a ricordare un arabesco scolpito nel legno. Il soggetto, la partenza degli Argonauti è particolarmente evocatiavo ed indentificativo per Savinio, in quanto egli stesso nasce a Volos ed è costretto alla partenza, lasciandosi dietro i ricordi dell'infanzia, divina ispirazione di tutta la sua vicenda artistica. Il ricordo della mia infanzia, è come una sorgente di acqua poetica che irriga tutta la mia vita. L'infanzia è veramente il tempo mitico della mia storia. Un montagna soprattutto ha dato alla mia infanzia poesia e desiderio. Si abitava a Volo, città marittima della Tessaglia [...] La finestra della mia camera dei giochi guardava i monti. Uno di essi portava in vetta una protuberanza che io chiamavo l'Orsa. L'Orsa indicava il luogo in cui era nascosto il segreto della montagna, e di là dall'Orsa cominciava il mondo nuovo. Tutta la mia infanzia è stata tenuta su dalla speranza di scoprire il segreto della montagna e di acquistarmi il diritto al mondo nuovo. [...] Poi ce ne andammo da Volo, l'infanzia finì, la speranza andò dispersa. [Alberto Savinio, Segreto della Montagna, in "L'illustrazione del medico", 1947]
(M. Fagiolo dell'Arco, Savinio, Milano 1989, pag. 76)