Paolo Porpora

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La tela raffigura un'inusuale natura morta di pesci, crostacei e molluschi con una tartaruga disposti come in una ghirlanda di fiori o un festone di frutta, una composizione che non sembra trovare riscontri in nessun altro esempio della pittura italiana e non del Sei e Settecento. Nell'expertise che accompagna l'opera, Nicola Spinosa attribuisce il dipinto al giovane Paolo Porpora in una data intorno al 1640 per le qualità di matrice naturalistica che non aderiscono ancora alle inclinazioni barocche della pittura napoletana di natura morta dopo la metà del Seicento, evidenziando invece ancora l'adesione ai modi del maestro Giacomo Recco. Il dipinto mostra diverse analogie con la Natura morta con tartaruga, farfalle e fiori della collezione Neapolis a Ginevra (attribuita un tempo a Paolo Porpora e poi restituita da Raffaello Causa a Paolo Cattamara) a sua volta avvicinabile all'attività dei naturamortisti olandesi presenti a Roma negli anni Cinquanta del secolo.

Per questo dipinto è stato rilasciato l'attestato di libera circolazione dal Ministero per i beni e le attività culturali in data 4 febbario 2008.