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Alberto Savinio
Description
- Alberto Savinio
- Attente d'Egée
- firmato e datato 1930; intitolato sul telaio
- olio su tela
- cm 65,5x54,7
Provenance
Collezione Dino Tega, Milano
Galleria Tega, Milano
Ivi acquistato dall'attuale proprietario negli anni Ottanta
Exhibited
Literature
Condition
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Catalogue Note
Il critico Waldemar George fu uno dei primi a cogliere il fascino della serie di dipinti raffiguranti "uomini con teste bestiali" a cui Savinio aveva dato avvio nel 1930. "Né angeli né bestie, i personaggi di Alberto Savinio sono dei mostri verosimili. (...) Il proposito dell'artista è di sistemare e di rendere familiari le sue immaginazioni. Una oscura coscienza di totemismo, considerato come uno stato latente, ha condotto Alberto Savinio a creare una fauna nella quale si ritrovano tutte le particolari cartteristiche dell'uomo (...). Le maschere che portano i suoi personaggi hanno lo scopo di identificarli". "La gamma dei modelli ai quali attingeva nel suo 'saccheggio di relitti culturali' (Marcus Haucke) è estremamente eterogenea: oltre alle fotografie dell'archivio di famiglia vi sono compendi archeologici di Salomon Reinach e un libro di storia naturale di Louis Figuier, cartoline illustrate a colori, documentazioni fotografiche su popoli stranieri, le acqueforti raffiguranti statue antiche di François Perrier non chè molti dipinti di Arnold Bocklin."
Qui Egeo, re di Atene, è raffigurato con un corpo statuario sul quale poggia una testa animale viva, con sguardo umano e attento. Il re sembra vegliare sul mare in attesa del ritorno del figlio Teseo dalla battaglia contro il Minotauro. Nella composizione del dipinto ritroviamo tutti gli elementi ricorrenti nell'opera di Savinio, la finestra, gli arabeschi, il pennone della nave e i giocattoli che rimandano ai ricordi dell'infanzia, vero tempo mitico della sua storia e divina ispiratrice della sua vicenda artistica.
"La scelta e la combinazione dei modelli, trattati come se avessero lo stesso valore, ignora del tutto le categorie convenzionali dell'high and low (cultura alta e cultura bassa) e si collega strettamente alla sua teoria della "memoria" come madre di tutte le arti, teoria che ha una radice autobiografica. Il suo modo di procedere si può riassumere nel motto: 'L'arte come citazione ironica'." (Pia Vivarelli).
(cit, Gerd Roos, Una nuova fonte per l'iconografia di Savinio, in catalogo della mostra Alberto Savinio, Milano 2003, pagg. 35-36)