Lot 97
  • 97

Francesco Paolo Michetti

Estimate
32,000 - 42,000 EUR
bidding is closed

Description

  • Francesco Paolo Michetti
  • Umberto I a cavallo
  • firmato e datato in basso a destra
    F. P. Michetti "90
  • olio su tela
  • cm 80 x 50
  • Reca a matita blu sul telaio il n. 9222; Reca etichette sul telaio con i n. 172 e 1578; Reca etichetta sul retro della cornice con il n. 1110

Exhibited

Düsseldorf, Internationale Kunst-Austellung, 1904, n. 1566

Literature

U. Ojetti, in "Emporium", Artisti contemporanei, vol. XXXII, dicembre 1910, n. 192, Bergamo 1910, pag. 424;
T. Sillani, Francesco Paolo Michetti, Milano-Roma 1932, pag. 81

Condition

Work on original canvas. From a first hand inspection there is a scratch (cm 1.5 x 1.5) on the left of the horse's head near the left hand side edge restored with a patch on the reverse and retouched on the front. On the tail's right hand side there is a small scratch (cm3 circa). The ultra violet light reveals an old strong fluorescent varnish. The overall condition as to the state of preservation is very good.
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Catalogue Note

L'opera è accompagnata da una dichiarazione di autenticità  rilasciata da Enrico Piceni nel 1974.

Rara espressione della ritrattistica dell'artista, la tela, inviata insieme ad altre tre opere all'esposizione internazionale di Düsseldorf nel 1904, ci restituisce i tratti ben noti del Re Umberto I di Savoia.

Al ritratto Michetti si dedica con una certa passione a partire dai tardi anni ottanta quando licenzia il Ritratto della signora Maria de Bernardkay, presentato all'esposizione nazionale di Venezia nel 1887, il Ritratto dello scultore Costantino Barbella, inviato alla II esposizione internazionale d'Arte di Vienna nel 1888, quello della Principessa Odescalchi, quello di Papa Innocenzo XI Odescalchi, quelli di Re Umberto I e di Margherita di Savoia, quello del ministro Francesco Crispi, oltre ad una serie di straordinari ritratti a pastello tra i quali risaltano per efficacia espressiva quello della moglie, della suocera e del caro amico Gabriele D'Annunzio. E sarebbe stato il medesimo D'Annunzio ne "Il Convito" (cfr. G. D'annunzio, Nota su Francesco Paolo Michetti, in "Il Convito", Roma, 1896, pp. 583-592) a ricordare proprio i ritratti del re e della regina d'Italia quali "vere pagine storiche, comparabili certo nella bellezza al Francesco I di Tiziano, al Giulio II di Rafaele, all'Almirante Pareja del Velazquez, al William Waram di Holbein", paragoni certo, come avrebbe ricordato a qualche anno di distanza Ojetti in "Emporium", "un poco contraddittori e molto pericolosi", paragoni "di maniera quanto quel «Rafaele»" (cfr. U. Ojetti, Artisti contemporanei: F. P. Michetti, in "Emporium", vol. XXXII, dicembre 1910, n. 192, pp. 423-424), ma dettati dall'amicizia fraterna e dalla stima profonda che legava, fin dai primi anni ottanta, il pittore al poeta, il quale compose alcune tra le sue opere più famose - Il piacere, L'innocente e parte del Trionfo della morte -, proprio nel Convento di Santa Maria Maggiore a Francavilla al Mare, dal 1883 residenza di Michetti.

I ritratti del sovrano e della regina Margherita cui D'annunzio si riferiva, commissionati dal re tra il 1888 e il 1889 quando Michetti aveva uno studio in Via dei Prefetti a Roma, erano tuttavia, come scriveva ancora il poeta in una lettera al suo editore, di grandi dimensioni: "Francesco Paolo Michetti deve ancora finire il gran ritratto del Re a cavallo. Non è possibile trattare a voce" (cfr. Carteggio D'Annunzio-Treves, Roma, Biblioteca Nazionale, Fondo Dannunziana, citato in Francesco Paolo Michetti Il cenacolo delle arti: tra fotografia e decorazione, Napoli 1999, pag. 164), quindi non identificabile con il ritratto di medie dimensioni qui presentato e per il quale, ci ricordano ancora le fonti, D'Annunzio stesso aveva indossato l'uniforme reale e posato per la figura del re. (cfr. U. Ojetti, op. cit, pag. 425).

Tra i ritratti reali raffiguranti Umberto I e Margherita di Savoia si ricordano ancora quelli conservati alla Galleria d'Arte Moderna di Venezia, donati al museo dal mercante tedesco Ernest Segeer nel 1899 (cfr. G. Perocco, Galleria Internazionale d'Arte Moderna della città di Venezia, Venezia, 1904, pag. 30, nn. 63-64.) e due interessanti dipinti a tempera su tela, in bianco e nero, credibilmente eseguiti per essere riprodotti su carta stampata e oggi conservati in collezione privata.

E. C.