Oscar Ghiglia

La tavola presenta sul retro alcuni schizzi a matita del pittore.

Databile intorno al 1915, Ritratto di uomo evidenzia la volontà di Ghiglia di differenziarsi dalla tradizione toscana, appropriandosi di un linguaggio moderno e sprimentale, più affine all'esperienza di Cezanne.

La ristrattistica gli offre continuamente spunti nello sviluppo di questa ricerca innovativa di astrazione e semplificazione, impegnandolo in un'attenta introspezione psicologica. La salda e consapevole presenza dell'uomo seduto in primo piano, rivolto con lo sguardo allo spettatore, narra di sé in una stanza che gli è famigliare e dove anche l'elemento decorativo è parte di vita.

L'importanza del dettaglio diviene superflua là dove la composizione disegnativa è completata dal colore, steso a campiture omogeee con larghe pennellate vibranti e frantumate che creano effetti di morbide vibrazioni cromatiche. L'alternarsi di zone di luce e ombra definisce l'equilibrio compositivo e scandisce la realtà visiva degli oggetti disposti, in una speculare successione di piani.