Lot 59
  • 59

Giovanni Battista Gaulli, detto Baciccio

Estimate
30,000 - 40,000 EUR
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Description

  • Giovanni Battista Gaulli, detto Baciccio
  • Ritratto del cardinale Pietro Ottoboni, futuro papa Alessandro VIII
  • olio su tela

Catalogue Note

Rappresentato a mezzo busto, il soggetto si identifica con Pietro Ottoboni, che ottiene la carica cardinalizia da Innocenzo X  il 19 febbraio 1652 e quella vescovale di Brescia nel 1654 prima di essere elevato al rango di Pontifice col nome di Alessandro VIII, titolo che porterà solo per quindici mesi, dal 1689 alla sua morte nel 1691. Tale identificazione è confermata grazie ad opere raffiguranti l'Ottoboni già acceso al soglio pontificio, come appare nell'incisione Ritratto di Alessandro VIII e cronaca figurata del conclave, copia dal Gaulli eseguita da un'anonimo e pubblicata da Giovanni Antonio de Rossi nel 1689 (collezione privata, pubblicata in F. Matitti, Il Baciccio illustratore, Roma 1994, fig. 34) e nel dipinto della collezione Corrado di Venezia dello stesso Baciccio (vedi R. Enggass, The painting of Baciccio: Giovanni Battista Gaulli, 1639-1709, Pennsylvania 1964, fig. 113).
Emergente dal fondo scuro, il cardinale è presentato in età avanzata, intorno ai sessant'anni, in posa statica secondo i canoni ufficiali. Questa grande semplicità con la quale Gaulli lo raffigura corrisponde alla generosità e all'onesta dell'Ottoboni, qualità umane riconosciutegli dai suoi contemporanei. Qui si leggono chiaramente le doti di introspezione psicologica dell'artista, che riesce col solo sguardo a rivelare l'animo del cardinale. Si noti poi il contrappunto tra il color rosso dell'abito e la trasparenza dell'incarnato, intessuto perfino di rosso e azzurro.
Grazie al Bernini, che lo lancia nel genere posando per lui (vedi per esempio il Ritratto di Gian Lorenzo Bernini del 1666, Galleria Nazionale d'Arte Antica del Palazzo Barberini, Roma), il Baciccio inizia la sua carriera di ritrattista conoscendo una rapida ascesa, consacrata da una serie di capolavori eseguiti tra il 1665 e il 1666 tra cui il Ritratto di Alessandro VII (collezione Mario Chigi, Castel Fusano). Tale successo è dovuto ad una magica alchimia che fonde l'aulica fierezza del Van Dyck, il colore saturo e brillante di Rubens e l'istantanea del Bernini, componenti che coesistono nelle opere del Gaulli e che gli permettono di trovare un perfetto equilibrio tra idealizzazione e naturalismo. Questa maniera, grazie alla quale diventa il protagonista indiscusso del genere nella Roma del Settecento, è illustrata attraverso la produzione ritrattistica che esegue alla corte papale, raffigurando, come ricorda Lione Pascoli nel 1730, più di sette papi, da Alessandro VII a Clemente XI, senza contare la serie dei molti cardinali di cui questa tela è uno straordinario esempio.