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Angelo Barabino
Description
- Angelo Barabino
- sulle rive dello scrivia
- reca firma in basso a destra A Barabino
- olio su tela
- cm. 86.5 x 89.5
- Eseguito nel 1936 - 1940
Condition
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Catalogue Note
Sulle rive dello Scrivia è espressione felice della raffinatezza degli esiti conseguiti dalla ricerca artistica di Angelo Barabino intorno alla metà degli anni Trenta, periodo nel quale la sua opera, emancipata del tutto dalle esperienze ottocentesche, si inserisce tra gli esempi più moderni della pittura di paesaggio.
Se le opere degli esordi rivelano una chiara ascendenza dalla pittura di Pellizza – si ricordano a tal proposito La rapina, 1907-1908 e L'annegato, 1909 – Barabino, dopo la parentesi della guerra e il soggiorno in Venezuela, a Caracas dal 1929 al 1931, abbandona i lavori cadenzati sui tardi modelli compositivi del pittore di Volpedo - lavori che spesso tendevano a replicarne la profondità spaziale, gli effetti del controluce, le gamme cromatiche e persino l'intonazione sociale -, per dedicarsi ad una pittura di paesaggio nella quale il dato naturale assumerà significati altri e diverrà riflesso del mondo interiore dell'artista.
Quella sintesi tra figure e paesaggio che Barabino aveva perseguito attraverso un pulviscolo divisionista nelle opere prima della guerra, nella tela qui presentata è scomparsa poiché la figura ha assunto un ruolo nuovo, è parte inscindibile di quella natura che l'accoglie ed è trattata pittoricamente come le rocce e i massi che si alternano cromaticamente e si moltiplicano nel riflesso sull'acqua.
La composizione di Sulle rive dello Scrivia subisce una sorta di riduzione alla bidimensionalità e anche il divisionismo del pittore tortonese subisce un mutamento: abbandonata la contrapposizione di colori puri, il divisionismo diviene una semplice frammentazione del colore - non più puro - steso, in alcune zone, mediante veloci pennellate verticali che rimandano alla tecnica divisa, in altre, attraverso pennellate più fluenti e libere.
Come ha osservato Mirella Poggialini Tominetti, attenta studiosa dell'artista, e come si può chiaramente constatare nella tela qui presentata, per il Barabino maturo il divisionismo "non è più una tecnica, ma un modo di osservare le cose e di coglierle già spezzate, frantumate, divise nei loro elementi coloristici, così da doverle poi ricostruire nell'immagine secondo schemi semplificati" (cfr. M. Poggialini Tominetti, Angelo Barabino, Torino 1974, pp. 107-108).
Un confronto tra Sulle rive dello Scrivia ed alcuni lavori eseguiti dal pittore tra il 1936 e il 1940, quali Bagnante, Gabbioni a Scrivia e Bagnanti a Scrivia, simili nella composizione, nel linguaggio e nella vividezza ed efficacia della tavolozza, inducono a ipotizzare per la nostra tela una datazione coeva.
E. C.