Lot 54
  • 54

Ippolito Caffi

Estimate
70,000 - 100,000 EUR
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Description

  • Ippolito Caffi
  • La benedizione papale dalla basilica di San Pietro
  • firmato e datato in basso a destra Caffi 1857
  • olio su tela
  • cm. 34.5 x 60

Condition

Work rilined using synthetic glue. This restauration gave to the work a non homogeneous aspect that does not correspond to the natural aging of the painting. The ultra violet light reveals a fluorescent light only over the signature. there are retouches in the top right-hand corner (cm 1x8), in the left-hand side corner, in the middle of the sky and along the top edge. There are also little retouches over the shadovs of the colums on the front-right.
"In response to your inquiry, we are pleased to provide you with a general report of the condition of the property described above. Since we are not professional conservators or restorers, we urge you to consult with a restorer or conservator of your choice who will be better able to provide a detailed, professional report. Prospective buyers should inspect each lot to satisfy themselves as to condition and must understand that any statement made by Sotheby's is merely a subjective, qualified opinion. Prospective buyers should also refer to any Important Notices regarding this sale, which are printed in the Sale Catalogue.
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Catalogue Note

Si ringrazia la Dott.ssa Annalisa Scarpa per aver visionato e confermato verbalmente l'autenticità dell'opera nell'Aprile 2008. 

Eseguito nel 1857, a due anni dal suo rientro a Roma dopo la lunga parentesi dell'esilio seguita alla sua partecipazione ai moti risorgimentali per la difesa di Venezia, La benedizione papale dalla basilica di San Pietro ci restituisce la pittura di un artista ormai maturo e pienamente consapevole dei proprio mezzi linguistici.

La grandiosità della soluzione architettonico-urbanistica magistralmente ideata dal Bernini per la sistemazione di piazza San Pietro seduce profondamente il Caffi, il quale particolarmente interessato agli effetti che la percezione visiva e le leggi prospettiche hanno sulla resa pittorica di un soggetto, fin dal suo arrivo a Roma nel 1832, elegge la piazza come uno dei luoghi privilegiati attraverso cui confrontare la propria vocazione artistica con la grande tradizione che l'aveva preceduto.

E' però attraverso la scelta del particolare taglio compositivo adottato nell'impaginazione spaziale delle proprie tele - impostazione che avvicina la ricerca del pittore bellunese alle coeve sperimentazioni dei protofotografi della Scuola romana e che si può notare in altri lavori eseguiti in quegli anni quali, ad esempio, Veduta di Piazza Navona e Veduta del Colosseo, rispettivamente del 1853 e del 1857 -, che il pittore sfida la tradizione e rinnova la veduta urbana.

L'espediente è semplice e ci restituisce con efficacia l'immediatezza dell'impressione visiva: attraverso la visione ravvicinata di un parapetto, di una terrazza o come in questo caso di un edificio, spesso vivacizzato da piccoli gruppi di persone in conversazione, l'artista crea un effetto di coinvolgimento dell'osservatore, il quale, nel passaggio dal vicino al lontano, passaggio sottolineato anche dalla luce, si identifica con la folla che abita il dipinto e si sente parte di ciò che sta osservando.

La benedizione del pontefice era uno degli episodi di maggior rilievo nel calendario romano e un appuntamento importante per i fedeli, tuttavia nella nostra tela, l'evento religioso è solo pretesto pittorico per l'esecuzione di un dipinto sapientemente costruito ed elegante.

Il Caffi non si sofferma a descrivere il solenne momento della benedizione; alla presenza del pontefice allude dipingendo il tendone bianco che viene steso sulla facciata della Basilica per proteggere il Santo Padre dal sole e, anche la folla che assiste all'evento è solo suggerita da veloci ma sapienti pennellate: unica vera protagonista de La benedizione papale dalla basilica di San Pietro è la luce, quella calda e dorata luce romana che delinea ogni elemento architettonico, costruisce e scandisce lo spazio e rende la nostra tela un prezioso gioiello nel corpus del vedutismo caffiano.

E. C.