Lot 105
  • 105

Carlo Cressini (Genova 1864 - Milano 1938)

Estimate
40,000 - 60,000 EUR
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Description

  • Carlo Cressini
  • et prope et procul
  • firmato in basso a destra CCressini
  • olio su tela
  • cm. 107.5 x 146.5

Exhibited

Milano, Accademia di Brera, III Esposizione Triennale di Belle Arti, 1897, n. 447;
San Pietroburgo, Esposizione Internazionale, 1898, n. 29;
Torino, Carlo Cressini, 1923, tav. 1, illustrato;
Milano, La pittura lombarda nella Scapigliatura, 1955, pag. 524;
Bellinzona, Civica Galleria d'Arte, Opere dell'Ottocento in collezione, Civica Galleria d'Arte di Bellinzona, 1990, pag. 43;
Verbania, Museo del paesaggio, I maestri della nostra terra, Carlo Cressini, paesista d'alta montagna, 1992, tav. 19;
Milano, Galleria d'Arte Le Pleiadi, Carlo Cressini, 2000, pag. 22, n. 7, illustrato a colori;
Modena, L'elogio della tavola tra conversazione, cibo e mondanità. La pittura italiana dell'Ottocento e del primo Novecento nelle collezioni pubbliche e private italiane, 2007, pag. 80 e 81, n. 22, illustrato;  
Catanzaro, Complesso monumentale del San Giovanni, Il convito e l'arte tra l'Ottocento e il primo Novecento, 2007, pag. 106, n. 50, illustrato a colori, pag. 177, schedato e illustrato in bianco e nero;
  

Literature

In "Emporium", XXXI, Arte Contemporanea esposizione Triennale di belle Arti dell'Accademia di Brera "Rimembranze", G. Carotti, Luglio 1897, pag. 18 e 19;
In "Natura e Arte", XIII, III Esposizione Triennale della Reale Accademia di Belle Arti, L. Chirtani, Giugno 1897, pag. 68;
g.c.m., 1897;
p.v.c., 28 Giugno 1897, pag. 2;
In "La cultura moderna", Un pittore del Silenzio e della solitudine. Carlo Cressini, R. di Valverde, Aprile 1922, pag. 196 e 198;
In "Lo scarpone", La montagna nell'arte. Carlo Cressini, A. Fantozzi, 16 Giugno 1939, pag. 3;
A.M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori, disegnatori ed incisori italiani moderni e contemporanei, Milano 1971, Vol. II, pag. 860;
G. Uguccioni, Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 1984, Vol. XXX, pag. 739;


 

Condition

Work on first canvas. The ultra violet light reveals some retouches: 3/4 along the top left-hand edge and corner, other along the lower left-hand edge and corner. There are some retouches in the background over the tea pots, under the table and the largest (cm 1x1) on the back of the chair. There is a spot among the hair on the cheek and the dress, one the pillow and some along the edge due to the frame. The light reveals a little fluorescent varnish dishomogeneously spread over the surface. The overall condition as to the state of preservation is very good.
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Catalogue Note

 

Esposto da Cressini in occasione della III Triennale di Belle Arti dell'Accademia di Brera del 1897, Et prope et procul colpisce profondamente l'attenzione della critica artistica del tempo, che nell'opera ritrova i riflessi di quel clima romantico-decadente che permeava la cultura, non solo figurativa, sul finire del secolo.

Formatosi pittoricamente nel clima verista degli anni ottanta, Carlo Cressini dimostra, fin dagli esordi, di essere un ritrattista di alto livello e nonostante le prime opere documentino una certa dipendenza dai modelli ufficiali di Giuseppe Bertini - maestro del quale è allievo quando, dall'Accademia Albertina di Torino si trasferisce a quella milanese di Brera -, rivelano anche di risentire di modelli alternativi alla cifra bertiniana quali certa ritrattistica ranzoniana permeata di sofferta malinconia e l'apertura verso un certo decadentismo che affonda le proprie radici nella narrativa di Antonio Fogazzaro, al quale, come ha osservato Sergio Rebora anche il titolo dell'opera qui presentata rimanda puntualmente. (cfr. S. Rebora, Carlo Cressini Paesista d'alta montagna, catalogo della mostra, Pallanza 1992, p. 74). Et prope et procul  riconduce, infatti, al Daniele Cortis del Fogazzaro, romanzo pubblicato nel 1885 che narra di un virtuoso processo di trasformazione, nel quale la passione terrena del protagonista per una donna sposata, è sublimata in una sorta di legame immortale tra anime simili, opera implicata, non solo in questioni estetiche ma anche morali e ideologiche, in quanto il Fogazzaro esprime un preciso impegno ideologico connesso ad un'esplicita professione di fede cattolica.

In Et prope et procul il Cressini, come il Fogazzaro, armonizza spiritualismo e verismo, analizzando nel dipinto i conflitti e i fermenti che agitano l'animo della donna con un non comune spirito di osservazione che risalta nella descrizione dell'ambiente circostante, svolgendo dunque una vicenda psicologicamente sottile, quale quella di un verosimile abbandono che vive la protagonista del nostro dipinto, in un ambiente precisamente storicizzato.

Oltre ad un saggio di alta pittura Et prope et procul è tra i lavori più significanti dell'artista ed un'opera emblematica del suo mondo poetico e di "quelle inquietudini e turbamenti esistenziali che caratterizzano un'epoca e che il pittore tende a visualizzare ed acquietare nel segreto di una dimensione intimistica, composta e rassicurante, in sintonia con un modo lirico di vedere e di avvicinare il reale" (cfr. G. Anzani, Pittura come sentimento lirico del reale, in Carlo Cressini, catalogo della mostra, Milano 2000, p.12), che si affermerà anche nella produzione più nota del Cressini, quella paesaggistica.