Lot 59
  • 59

Giacinto Gigante (Napoli 1806 - 1876)

Estimate
35,000 - 45,000 EUR
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Description

  • Giacinto Gigante
  • veduta di castellamare di stabia
  • firmato, iscritto e datato in basso a sinistra Gia Gigante nap 1843 cast
  • olio su tela
  • cm. 27.5 x 43.4

Catalogue Note

La Veduta di Castellamare di Stabia qui presentata, eseguita nel 1843, condensa nel piccolo formato tutta la freschezza delle vedute napoletane della prima metà del secolo.

Negli stessi anni in cui John Ruskin compie il suo Viaggio in Italia (1840-1845) e si sofferma a descrivere, con trasporto, le “splendide chiese di un grazioso paesino tutto portici”, Cava dei Tirreni, “sovrastato da montagne di calcare”, Giacinto Gigante ritorna a percorrere le coste e i luoghi dell’entroterra campano alla ricerca di nuovi motivi d’ispirazione, motivi che, poi, avrebbe utilizzato nei decenni a seguire. Ritorna a percorrere, poiché Gigante aveva visitato una prima volta quelle amene località in gioventù, nella seconda metà degli anni venti, con Sil’vstr Ščedrin (1791-1830), uno dei primi ad introdurre lo studio dal vero nella composizione di paesaggi e vedute, il quale avrebbe presto ricoperto, con le sue innovazioni, un ruolo determinante nello svolgersi della pittura della Scuola di Posillipo.

Un’analisi stilistica del luminoso quadretto della Veduta di Castellamare di Stabia induce a riflettere su come, anche lavorando su di un paesaggio colto dal vero in un’opera di piccole dimensioni, Gigante si muova, sempre, nel rispetto dei canoni tipici della veduta dai quali non riuscirà ad affrancarsi fino alla metà degli anni Cinquanta, quando eleggerà l’acquerello a medium preferito. Nella scelta del motivo per la Veduta di Castellamare, nella prospettiva adottata, grazie alla quale l’autore domina il paesaggio a perdita d’occhio, riuscendo, tuttavia, a mettere a fuoco montagne, alberi, acque, scorci boschivi e ad inserirvi, calate nella limpida luce di caldo clima mediterraneo, pittoresche macchiette, Giacinto Gigante ci restituisce uno splendido esempio di ciò che ha reso immortale la pittura napoletana della Scuola di Posillipo.

 

 

Della medesima Veduta di Castellamare di Stabia, è conosciuta anche una variante di dimensioni maggiori, la quale, nonostante porti la data 1840, per notazioni stilistiche come per una certa mancanza di freschezza nella scelta delle macchiette dagli atteggiamenti più elaborati, sembrerebbe successiva a quella in oggetto, che verosimilmente, avendo riscosso molto successo, viene riproposta dal medesimo Gigante in un formato maggiore e, nel tentativo di nobilitarla rispetto a quella esposta, retrodatata.