Lot 165
  • 165

Don Silvestro dei Gherarducci

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Description

  • Don Silvestro dei Gherarducci
  • madonna col bambino
  • tempera su tavola, fondo oro, cuspidato

Provenance

Antichi Maestri Pittori, Torino, 1991, dal quale fu acquistato da un collezionista privato.

Literature

R. Bartalini, "Don Silvestro dei Gherarducci-Madonna col Bambino" in Antichi Maestri Pittori, Torino 1991, pagg. 21-23, n. 3, ill.;
G. Freuler, Tendencies of Gothic in Florence: don Silvestro dei Gherarducci, Firenze 1997, pagg. 344-345, ill. a tav. XXXVIII.

Catalogue Note

Don Silvestro dei Gherarducci fu un pittore molto interessante nel panorama artistico fiorentino della seconda metà del Trecento. È merito di Mirella Levi d’Ancona (1957), come sottolinea Roberto Bartalini (in Antichi Maestri Pittori, Torino, 1991, p. 21), l’avere riconosciuto in Don Silvestro la figura artistica individuata e denominata “Master of the Cionesque Humility” da Richard Offner nella celebre catalogazione del 1956.

Il pittore, che è stato probabilmente responsabile della prima istruzione artistica di Lorenzo Monaco, è noto come autore di tavole a partire dalla metà del settimo decennio del Trecento con due opere quali l’Assunta (Pinacoteca Vaticana) ed Estasi della Maddalena (National Gallery di Dublino). A queste due tavole può essere avvicinata la nostra Madonna con Bambino che, pur mostrando elementi molto vicini alla pittura fiorentina dell’ottavo decennio del secolo, dimostra ancora vivi i caratteri di ambito senese di cui sono portatori i suoi primi dipinti. La datazione agli anni 1365-70 è supportata anche dalle rosette ornamentali dell’aureola della Madonna, che risultano ottenute con lo stesso tipo di punzone utilizzato nella bottega del pittore senese Bartolomeo Bulgarini e introdotto nella bottega di Andrea Orcagna nei primi anni del settimo decennio del secolo.

Le ridotte dimensioni della tavoletta ne fanno un’opera destinata alla devozione privata. Ciò nonostante il dipinto possiede una forza d’impatto notevolissima, per eleganza della linea e vivacità dei colori. La tipologia segue i prototipi di Orcagna sebbene lo stile sia apertamente senese: l’elegante e sinuosa linea richiama la tradizione di Simone Martini e le luminose, delicate variazioni tonali degli incarnati e l’espressione distante del viso della Vergine sono reminiscenze della pittura senese degli anni attorno al 1360. Da Orcagna deriva l’eleganza del volto della Vergine, come l’iconografia del Bambino con la fronte alta e la linea dell’attacco dei capelli che scopre le tempie. Per il resto dominano i richiami all’arte senese: la squisita armonia dei colori, la linearità vibrante, la calligrafica nitidezza che disegna le figure, le fini transizioni tonali che modellano i volti, il trattamento delle mani con le lunghe dita appena articolate, la maniera convenzionale di rappresentare i volti frontalmente e in forme estremamente strette e allungate.

La tavola è in ottimo stato di conservazione (dovuto anche al buon restauro risalente al 1990), a parte qualche piccola lacuna nelle campiture azzurre del manto della Vergine.