
Alighiero Boetti's Autonomo Anonimo from 1975 is a remarkable piece, particularly in its well-preserved condition and intense blackness, not easy to find in many works of this type. Boetti’s manipulation of language and pronunciation through titles, like in this case with the assonance Autonomo Anonimo, reflects his penchant for playful yet layered meanings—often derived from similar or almost rhythmic sounds in Italian words. This clever use of titles added another dimension to the works, inviting viewers to consider how language can be both structured and open-ended.

During the mid-1970s, Boetti’s artistic journey took him across different geographies and intellectual landscapes, from the academic circles of New York (where he lectured at Hartford University) to the more distant and culturally rich environments of Africa. These travels influenced his practice in profound ways, particularly in his experimentation with works on paper. The ballpoint pen drawings, such as Autonomo Anonimo, executed by many different people as friends, students or collaborators, demonstrate Boetti's ability to combine simple materials with complex conceptual underpinnings. This period of Boetti’s work, which also includes lavori postali (postal works) and il Libro dei Fiumi (the Book of Rivers), showcases his obsession with order, systems, and the exploration of language as a tool to map and understand the world.
In this piece, the use of ballpoint pen—a tool typically associated with everyday writing—on paper is not just a technique, but an intentional choice that contrasts with its conventional purpose, much like the content of his work itself. The Autonomo Anonimo can be seen as a commentary on the anonymity of human experience and the abstraction of identity, in line with the broader themes Boetti grappled with during this creative period.
Autonomo Anonimo di Alighiero Boetti eseguito nel 1975 è un'opera notevole, soprattutto per il suo stato di conservazione e per l'intenso colore nero, non facile da trovare in molte opere di questo tipo. La manipolazione di Boetti del linguaggio e della pronuncia attraverso i titoli, come in questo caso con l’assonanza Autonomo Anonimo, riflette la sua inclinazione per i significati giocosi ma stratificati, spesso derivati da suoni simili o quasi ritmici delle parole italiane. Questo uso intelligente dei titoli ha aggiunto un'altra dimensione alle opere, invitando gli spettatori a considerare come il linguaggio possa essere sia strutturato che aperto.
Durante la metà degli anni Settanta, il viaggio artistico di Boetti lo ha portato ad attraversare diverse geografie e paesaggi intellettuali, dai circoli accademici di New York (dove ha tenuto lezioni alla Hartford University) agli ambienti più lontani e culturalmente ricchi dell'Africa. Questi viaggi hanno influenzato profondamente la sua pratica, soprattutto nella sperimentazione di opere su carta. I disegni a penna a sfera, come Autonomo Anonimo, eseguiti da molte persone diverse come amici, studenti o collaboratori, dimostrano la capacità di Boetti di combinare materiali semplici con basi concettuali complesse.
Questo periodo dell'opera di Boetti, che comprende anche i lavori postali e il Libro dei Fiumi, mostra la sua ossessione per l'ordine, i sistemi e l'esplorazione del linguaggio come strumento per mappare e comprendere il mondo.
In quest'opera, l'uso della penna a sfera – uno strumento tipicamente associato alla scrittura quotidiana – su carta non è solo una tecnica, ma una scelta intenzionale che contrasta con il suo scopo convenzionale, proprio come il contenuto stesso dell'opera. L'Autonomo Anonimo può essere visto come un commento all'anonimato dell'esperienza umana e all'astrazione dell'identità, in linea con i temi più ampi con cui Boetti si confrontava durante questo periodo creativo.