Lot 9
  • 9

LUCIO FONTANA | Concetto spaziale

Estimate
800,000 - 1,200,000 EUR
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Description

  • Lucio Fontana
  • Concetto spaziale
  • firmato
  • olio su tela
  • cm 52x42
  • Eseguito nel 1961

Provenance

Asta Finarte, Milano, 26 ottobre 1995, n. 181, p. 79, illustrato a colori
Collezione privata, Poggio a Caiano
Tornabuoni, Firenze, Londra, Parigi
Ivi acquistato negli anni Novanta

Exhibited

Milano, Tornabuoni, Lucio Fontana, 1996, pp. 98-99, illustrato a colori

Literature

Enrico Crispolti, Lucio Fontana Catalogo ragionato di Sculture, Dipinti, Ambientazioni, Tomo I, Milano 2006, n. 60-61 O 6, p. 431, illustrato

Condition

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Catalogue Note

“Nei primi anni sessanta io e altri artisti (Sordini, Verga, Vermi, Ferrari) eravamo un gruppo di pittori che amavano definirsi “pittori segnici allievi di Lucio Fontana”. Fontana era il nostro padre, maestro, mecenate: fu il primo a comprarmi un oggetto in occasione della mia personale presso la Galleria Cenobio, Galleria che ristrutturai nel 1966 rivestendola tutta in alluminio ondulato per la mostra personale dello stesso Fontana. Di Fontana ammiravo, oltre alla sua capacità di esplorare il segno, anche la disinvoltura con cui si avvicinava alla materia, il suo taglio di baffi, il suo sorriso, la sua eleganza nel vestire, le sue mani robuste e anche il modo fantastico con cui descriveva il futuro della nostra vita.
Ancora oggi, ogni qual volta incido con un affilato punteruolo la superficie della ceramica ingobbiata con i miei “segni-scrittura”, penso a Lucio Fontana.”
Ugo La Pietra su Lucio FontanaLa spazialità dell’oro invade tutta la superfice della tela con una forte presenza fisica. L’olio, così materico, sovrasta il nostro sguardo e lo proietta in una dimensione di trascendenza. Un eco dell’arte comnena bizantina affiora nella mente spontaneamente tessendo un inaspettato fil rouge che giunge fino alle delicate figure del neo secessionismo austriaco. Siamo davanti all’opera, tuttavia siamo altrove.

La cromatura dorata irrompe nello spazio come uno specchio, frammentata unicamente dalle perforazioni del punteruolo che come una cometa ha solcato la spazialità lasciando un’orma al suo repentino passare. La luce, anch’essa di conseguenza frammentata, si veste di una sacralità trascendentale, siamo in una dimensione a suo modo religiosa. Per questo motivo i buchi sulla tela non intaccano l’intensità dell’opera ma ne accrescono il misterioso significato. L’esito finale è il raggiungimento di un’estetica dove l’opera è espressione di una vita e simbolo di una dialettica artistica che ancora oggi stupisce per il suo essere intellettualmente all’avanguardia.

"In the early 60s, myself and other artists (Sordini, Verga, Vermi, Ferrari) formed a group of painters who liked to call themselves 'Lucio Fontana pupils'. Fontana was our father, master, and patron. He was the first to buy me an object on the occasion of my solo exhibition at Galleria Cenobio, a gallery that I restructured in 1966, covering it all in corrugated aluminum for Fontana's solo exhibition. I admired in Fontana that in addition to his ability to explore the sign, even in the ease with which he approached the subject, his cut of moustache, his smile, his elegant dress sense, his strong hands and the fantastic way in which he described our future. Even today, every time I puncture the surface of the engobed ceramic with my 'sign writing', I think of Lucio Fontana."
Ugo La Pietra on Lucio Fontana

The spatiality of gold invades the whole surface of the canvas with a strong physical presence. The oil paint, with its dense materiality, overpowers our gaze and projects it into a transcendent dimension. There is a echo of Byzantine art which weaves an unexpected link all the way through to the delicate figures of neo-Austrian secessionism. We are in front of the work, and yet we are elsewhere.
The golden chromium breaks through the space like a mirror, fragmented only by the perforations that like a passing comet leaves a footprint by its sudden passing. Light, is also consequently fragmented, dressed in transcendental sacrality, we are in a dimension that is almost religious.
For this reason the holes on the canvas do not affect the intensity of the work but rather increase its mysterious meaning. The final outcome is the achievement of an aesthetic where the work is an expression of a life and symbol of an artistic dialectic that still has the power to amaze for its being intellectually avant-garde.



L'opera è accompagnata da certificato su fotografia rilasciato dalla Fondazione Lucio Fontana, Milano, con il n. 2805/1