

FONTANA E AFRO: DUE OPERE DA UNA IMPORTANTE COLLEZIONE PRIVATA ITALIANA LOTTI 31 E 32
L'opera è accompagnata da certificato su fotografia rilasciato dalla Fondazione Lucio Fontana, Milano
Sono diversi gli elementi che caratterizzano questo lavoro. Il primo, è certamente il colore: un blu intenso, notturno, che comuqnue non basta a celare l’oblio nero del taglio. Datata 1962, quest’opera si colloca alle origini delle sperimentazioni coloristiche di Lucio Fontana. Accantonato il bianco infatti, nei primissimi anni Sessanta Lucio Fontana inizia a riflettere sull’interazione tra idropittura e taglio. In questo caso il blu, steso omogeneamente sulla tela, diviene metafora di un cielo notturno, finendo per valorizzare il taglio stesso, apertura ad una dimensione altra.
La sinuosità dello squarcio è poi protagonista assoluta della tela. Lo squarcio, normalmente drammatico e violento, è in questo caso morbido e sensuale, seppur deciso è stato l’atto del tagliare. In Concetto Spaziale, Attesa (1962), il grande taglio curvilineo, posizionato al centro della tela, attenua la monumentalità, severa, di questo lavoro. Esso non solo rompe la staticità del quadro, arricchendolo di un’inaspettato dinamismo, ma svela la carnalità del segno che ha rivoluazionato la storia dell’arte del Novecento.
Proprio per questo Concetto Spaziale, Attesa, risulta essere in bilico tra il più arguto concettualismo e il più viscerale realismo.
In questo lavoro, Lucio Fontana è in grado di condensare le sue più importanti fonti di ispirazione; Concetto Spaizale, Attesa, racconta di alcune delle più rivoluzionarie firme della storia dell’arte moderna e contemporanea, ergendosi a simbolo della contemporaneità.
“Credo a Van Gogh, colore-luce. Credo a Boccioni, dinamismo plastico. Credo a Kandinskij, astrattiscmo conreto. Credo nello spazialismo, tempo-spazio.” (L. Fontana: idea per un ritratto, Guido Ballo, Torino 1970, p. 112).
Concetto Spaziale, Attesa (Spatial Concept, Waiting), dated 1962, is a powerful work: both radical and austere, it stands as a symbol of the Italo-Argentinian painter’s aesthetic.
Various elements define this artwork. Firstly the colour: a deep-dark blue that does not hide the even darker black cut. Realized in 1962, Concetto Spaziale, Attesa is framed within the early stages of Lucio Fontan’s first experimentations with colours. Once the white-flat background is set aside, in the early Sixties Lucio Fontana began to study the interaction between water-paint and his cuts. Here the blue colour, homogeneously painted over the canvas, becomes a metaphor for a nocturnal sky: the cut is therefore enhanced as it unveils a new dimension.
The real protagonist of the composition is however the cut’s curviness. Usually theatrical and violent, the cut is here smooth and sensual, although being extremely sharp. Placed in the centre of the canvas, the massive curvilinear cut diminishes the artwork’s severe monumentality. The Waiting does not only break with its dynamism the overall static nature of the canvas, but it also reveals the carnality of the sign that has changed the history of 20th-century art.
Concetto Spaziale, Attesa places itself in between the deepest conceptualism and the most visceral realism.
In this particular artwork Lucio Fontana includes references to some of his most significant inspirational sources; Concetto Spaziale, Attesa is therefore a celebration of these, while standing as the emblem of a contemporary society.
“I believe in Van Gogh, colour, light. I believe in Boccioni, plastic dynamism. I believe in Kandinsky, concrete abstractism. I believe in spatiality, time-space”. (L. Fontana: idea per un ritratto, by Guido Ballo, Turin 1970, p. 112).