

LUCIO FONTANA: DA UNA COLLEZIONE PRIVATA MILANESE
L’opera è accompagnata da certificato su fotografia rilasciato dalla Fondazione Lucio Fontana, Milano
In the present work our eye and our mind are forced by the visual drama of the cuts opened on a red, dramatic background, to meditate upon what lies beyond and behind the canvas surface. Also the original frame is extremely peculiar, made on purpose by the Collector following Fontana’s advices. The two were very close friends: Fontana commissioned the Collector a frame for the painting asking for a “cornice spaziale”. Actually, this was the only vague indication that Fontana gave to the Collector, a renowned architect, who immediately tried to find proper materials and colours, as shown in his manuscript notes.
The result is extremely particular and the artist was extremely satisfied with it. Finally his Tagli had a rational, plain and ‘spaziale’ frame.
“La rottura della tela, terreno di tutte le precedenti illusioni pittoriche e fondamento nel passato di certezze scientifiche quali la prospettiva, evoca la scissione dell’atomo. Oppure il ribaltamento dei concetti Newtoniani di spazio e tempo da parte di Einstein… la violazione di Fontana della tela integra può essere considerata audace quanto la rottura di Jackson Pollock nello stesso periodo. Nel 1946-1947 Pollock liberò il pigmento ed il gesto pittorico dall’obbligo di circoscrivere un’immagine, che fosse figurativa o astratta. Fontana… liberò l’artista ed il critico dalla distinzione tradizionale tra un genere e l’altro, creando un equivoco tra l’oggetto, il rilievo, l’illusione, la realtà, la pittura e la scultura.”
Thomas Krens in exhibition catalogue, Venice, the Solomon R. Guggenheim Foundation, Homage to Lucio Fontana, 1987, p. 8
Con Concetto spaziale, Attese, 1964-65, lo spettatore si trova davanti ad un capolavoro della serie dei Tagli, dove due fenditure simmetriche riescono a suscitare un’intensa reazione emotiva. La scorrevolezza ineluttabile del pigmento cremisi satura la tela come sangue che sprizzi da una ferita aperta. In questo campo seducente del colore, due incisioni precise e ritmiche danzano sul quadro, mentre attraversano la superficie della tela. Con energia nervosa e forza dinamica, lo spazio pulsa attraverso le aperture.
"Non voglio fare una pittura – ha scritto la Fontana nel 1965 – voglio aprire uno spazio...." (Lucio Fontana in Enrico Crispolti, Lucio Fontana. Catalogo Raisonné, vol. I, Bruxelles 1974, p. 7)
Nel presente lavoro il nostro occhio e la nostra mente sono costretti ad assistere allo spettacolo visivo dei tagli aperti su uno sfondo rosso, drammatico, e a meditare su ciò che si trova di là e dietro la superficie della tela. Anche la cornice originale è molto peculiare, realizzata appositamente dal Collezionista seguendo i consigli di Fontana. I due erano molto amici: Fontana richiese al Collezionista uno sfondo per i due tagli rossi chiedendo una "cornice spaziale". In realtà, questa fu l'unica laconica indicazione che Fontana fornì al Collezionista, famoso architetto, che si mise alla ricerca dei materiali e colori più adatti allo scopo, come indicato nelle sue note manoscritte.
Il risultato, davvero particolare, lasciò Fontana completamente soddisfatto. Finalmente la sua opera era collocata in una cornice razionale, semplice e del tutto ‘spaziale’.
L'opera è accompagnata da attestato di libera circolazione
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